Non c’è solo la conta dei danni causati dal maltempo che ha piegato il Salento e lasciato dietro di sé terribili immagini di distruzione: alberi e pali della luce sradicati; locali, cantine e lidi allagati; barche sbattute sugli scogli e distrutte. Un altro fenomeno, che senz’altro farà discutere non solo gli ambientalisti, si è verificato quando il peggio sembrava ormai essere passato.
Centinaia di pesci rossi (Carassius auratus) sono stati ‘trovati’ nelle campagne di Ugento, trascinati lì dall’acqua dei Bacini dopo che sono esondati a causa della mareggiata di scirocco e delle fortissime ed intense piogge. A raccontarlo, anzi a riprenderlo, è il consigliere comunale Gianfranco Coppola, referente per Ugento dello “Sportello dei Diritti”.
«Molti esemplari continuano a nuotare nelle pozze che ancora non si sono prosciugate, ma tanti, tantissimi altri sono morti e stanno morendo d’asfissia» si legge nella nota.
Uno spettacolo preoccupante per l’ambiente
Un fenomeno eccezionale e mai documentato prima fa eco Giovanni D’Agata, presidente dell’associazione che pone un altro problema oltre alla triste fine a cui sono destinati questi pesci rossi man mano che le pozzanghere si ‘seccheranno’. Il punto – si legge nel comunicato a firma dello Sportello dei Diritti – è che si tratta di una ‘specie non autoctona’, quindi aliena, che ha letteralmente invaso la zona umida che ricade nel Parco naturale regionale Litorale di Ugento proliferando in maniera esponenziale come è documentato dall’evento straordinario di questi giorni.
«La presenza così massiccia di una specie estranea ai nostri territori, infatti, non può non indurre forte preoccupazione – conclude Giovanni D’Agata – perché potrebbe aver già danneggiato irreparabilmente l’equilibrio autoctono di un intero ambiente palustre».