“Rivedere il piano delle disabilità”, l’Associazione Anna e Valter lancia la proposta

Interviene il presidente dell’Associazione di servizio: “dietro ogni quadro clinico c’è una storia di disabilità che ormai è diventata un modo di vivere della persona”

Rivedere interamente il piano disabilità, perché dietro ogni quadro clinico c’è una storia di disabilità che ormai è diventata un modo di vivere della persona

È questa la proposta lanciata dell’Associazione di servizio “Anna e Valter”, che da anni si occupa di tutte le più importanti tematiche sociali.

“Come presidente di un’associazione di volontariato che opera a tutto campo ogni giorno per fare buona politica, a volte mi trovo davanti a situazione tristi e imbarazzanti”, afferma il presidente del sodalizio salentino Alfredo Fiorentino

“Mi rendo conto che qualcosina sotto l’aspetto del sistema sanitario regionale e nazionale vada rivisto – prosegue – ed è giusto farlo notare ed evidenziarlo, infatti, quanto prima, ne parleremo con il nostro assessore regionale Alessandro Delli Noci per far sì che questa problematica finisca sotto la lente d’ingrandimento dei tavoli regionali.

Bisogna rivedere tutto il piano di disabilità, non è possibile che un articolo 104 o 105 sia valutato per una Svama  o Svamdi annuale dal proprio medico di base, che non ha abilitazioni e competenze in merito. Tutto ciò è molto importante, perché determina l’Uvm (il quadro clinico personale che viene aggiornato ogni anno) da parte della, Asl che lo stabilisce attraverso la stessa Svama.

Dietro ogni quadro clinico, c’è una storia di disabilità che ormai è diventata un modo di vivere della persona, ma anche del mondo che la circonda, un articolo può essere cambiato, sia perché può apportare miglioramenti, che peggioramenti e questo determina cambiamenti per i disabili.

Bisogna rivedere qualcosa, anche in ambito sociale – continua il presidente, in quanto si deve fare sì che le famiglie siano tutelate, supportate ogni giorno e, soprattutto, aggiornate e informate. Si pensi ai tanti genitori anziani con figli disabili che da soli non ce la fanno, ma anche a tutti colore che, purtroppo, non hanno più una famiglia. Riflettiamo e diamo attenzione a queste tematiche fondamentali per una vera crescita sociale.

Chiudo – conclude Fiorentino – ringraziando tutti gli educatori e addetti ai lavori, che ogni giorno si mettono a disposizione indipendentemente dal tipo di disabilità per far sì che la vita degli ammalati possa migliorare, un grande lavoro che molte volte va oltre, diventando fondamentale anche sotto l’aspetto umano. Le istruzioni prendano spunto da loro.

 



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