
Il 14 dicembre scorso, ovvero la scadenza fissata dal Ministero dell’Interno per la presentazione dei Piani di Intervento sui servizi di cura, si è conclusa nei dieci Ambiti sociali territoriali della provincia di Lecce, la progettazione partecipata prevista dal Piano Regionale delle Politiche Sociali. Scade invece a gennaio 2014 la riprogrammazione dei Piani Sociali di Zona per il triennio 2014–2016.
Le ingenti risorse messe a disposizione dai Piani di Azione e Coesione (Pac) – oltre 12 milioni di euro per la sola provincia di Lecce – hanno consentito agli Ambiti sociali del nostro territorio di consolidare i servizi delle cure domiciliari integrate per gli anziani non autosufficienti e i servizi educativi per minori fino a tre anni di età, o di progettarli ex novo.
Oltre alle risorse dei Pac, le programmazioni territoriali hanno potuto tener conto delle risorse ordinarie del terzo piano sociale (altri 5 milioni di euro), a cui si aggiungono le risorse proprie dei Comuni e delle Aziende Sanitarie per il cofinanziamento diretto dei rispettivi Piani di zona ed di altri eventuali residui sulle precedenti programmazioni.
Cgil, Cisl e Uil, da tempo impegnati nell’opera di partecipazione territoriale, sostengono che si tratti di “un’opportunità che il nostro territorio non può disattendere: risorse destinate all’erogazione di servizi di cura sanitari, sociali, educativi che, se messe in circolo, possono produrre posti di lavoro attraverso la declinazione della presa in carico delle persone e del soddisfacimento dei loro bisogni”.
Buone le opportunità di lavoro che questo sistema potrà generare: “si pensi che, per l’erogazione delle cure domiciliari integrate, sono previste figure non solo sanitarie ma anche sociali o di servizio che, in minima parte, sono già in carico agli enti” scrivono i sindacati.
La sfida è aperta ed è quella della realizzazione di servizi domiciliari socio-assistenziali con la presa in carico integrata dell’utente anziano per soddisfare bisogni, non solo di cura, ma anche di natura assistenziale.
Nella fase di contrattazione fin qui svolta con gli Ambiti e i Distretti, Cgil Cisl e Uil hanno, in alcuni casi, rilevato una scarsa propensione alla concertazione come prassi tesa non tanto a riconoscere al sindacato il proprio ruolo negoziale, quanto a mettere in campo azioni condivise di ricomposizione sociale.
In altri casi, invece, come sostengono le sigle sindacale, si è consolidata una sinergia con le istituzioni che è propedeutica alla fase di confronto nelle Cabine di regia, previste dal Piano regionale, per vigilare sull’utilizzo ottimale delle risorse, sulla creazione delle infrastrutturazioni sociali e sanitarie e sulla qualità dei servizi e del lavoro che professionalmente bisognerà mettere in campo.
Resta ancora aperta, per la gran parte degli ambiti territoriali, la riprogrammazione dei Piani Sociali di Zona per il triennio 2014- 2016 e che dovrà concludersi entro il corrente mese di gennaio.
Cgil, Cisl, Uil e le categorie dei pensionati, unitamente alle Federazioni di categoria degli operatori pubblici e privati impegnati nei servizi, proseguiranno, quindi, il confronto collaborativo con gli Ambiti Sociali di Zona, rendendo esigibile il vincolo previsto dal Piano regionale per recuperare, nelle buone prassi della concertazione, realtà territoriali che fino a ora si sono sottratte alla continuità del confronto, come avvenuto negli Ambiti di Gallipoli e di Campi, con l’obiettivo di contribuire a ricomporre le contraddizioni di un sistema spesso inadeguato a soddisfare i bisogni delle persone.