
Quello che è avvenuto l’altra sera a Lecce a ridosso della basilica di Santa Croce è l’esempio più classico dell’emergenza giovanile. Quella che ti fa fare i conti con i cattivi costumi di alcuni viaggiatori della notte. I costumi di chi si abbassa i pantaloni davanti ad una chiesa e urina sotto il cielo della città.
Non è per la pipì, quando scappa scappa, ma ci si nasconde quanto meno, o si cerca la toilette di un bar al prezzo di un caffè.
In questo caso però siamo dinanzi al tipologico autolesionismo di chi fa pipì controvento. Sarebbe stato meglio essere un po’ più accorti, ma tutto sommato, non possiamo chiedere accortezza a chi ne ignora il significato. Curarsi dei propri
gesti e delle conseguenze di quei gesti è frutto di saggezza. E questo non è il campo della saggezza, evidentemente.
Ma il gesto contiene un simbolismo enorme. Si tratta, infatti, di un gesto ostentato, non di un bisogno da espletare magari con vergogna. Così ostentato da dover essere rimarcato con conseguenti azioni violente e plateali, come il pestaggio successivo.
L’assurdità consiste nell’aver deciso di abbassare i pantaloni e urinare su una chiesa simbolo di un’intera città e dei suoi abitanti, legata all’identità culturale e artistica di tutta la Puglia.
Non è tanto il decoro urbano che conta in questo caso, quanto l’idea che abbiamo di noi stessi e del patrimonio identitario. Ovvero l’identità dei padri, l’eredità più preziosa, i nostri geni, il nostro sangue.
Questi giovani sono perduti perché ignorano tutto ciò e addirittura tendono a ridicolizzarlo, imponendo il trionfo del nulla.
La legislazione dovrebbe adeguarsi e configurare come reato grave il gesto compiuto. Non la scazzottata, ma la mancanza di rispetto verso tutti noi, che doverosamente ha prodotto un’ondata di sdegno collettivo.
In particolare quei giovani che hanno tentato di difendere il loro orgoglio cittadino hanno dato una lezione di nobiltà culturale, creando un precedente di alta significanza sociale.
D’ora in poi tanti si sentiranno in dovere di intervenire per impedire che si calpesti la dignità umana che l’architettura di una città rappresenta e custodisce.
La basilica di Santa Croce in Lecce, oltre ad essere una mirabile testimonianza della fede cristiana e dell’arte religiosa, raffigura l’immagine della nostra casa. Nessuno si farebbe fare la pipì sulla porta di casa senza reagire e intervenire con
prontezza e severità.
Anche quei ragazzi che hanno compiuto l’insano gesto arriverebbero a capire che la propria casa merita cura e rispetto.