È uno dei pochi punti di aggregazione del paese, un luogo in cui i bambini possono trascorrere qualche ora del loro tempo giocando in maniera spensierata. Ma negli ultimi giorni l’Oratorio di San Giovanni Bosco di Merine, la frazione di Lizzanello a pochi passi da Lecce, è balzato agli onori della cronaca per una polemica tra il parroco e un gruppo di famiglie.
Don Luca Nestola, guida spirituale del borgo, ha stabilito che in quei giardini i ragazzi al di sotto dei 14 anni possono entrarci solo se accompagnati dai genitori.
La decisione non è stata accolta da tutti in maniera favorevole e in tanti hanno scritto alla redazione di Leccenews24.it. “E’ una decisione ingiusta” ci scrivono “poiché quel luogo è stato fin dall’inizio un punto di ritrovo e di divertimento per tanti bambini e tanti ragazzi. Quella del parroco vi sembra una scelta da prendere?”
Di tutt’altro parere il sacerdote che rivendica, invece, il suo provvedimento e ai nostri microfoni entra nel dettaglio. “Mi sembra una decisione di buon senso dal momento che noi siamo responsabili della sicurezza dei ragazzi. Chiediamo semplicemente che gli adulti ci aiutino nel controllo dei piccoli. È impensabile che 30, 40 ragazzi possano essere lasciati da soli negli spazi dell’Oratorio. I volontari che ci aiutano sono pochissimi e non hanno la possibilità di seguire tutto ciò che avviene. È una questione di sicurezza! Chiediamo semplicemente che le famiglie ci diano una mano; non pretendiamo che per ogni bambino ci sia un adulto ma che almeno qualcuno accompagni i loro figli e collabori con noi al controllo dei più piccoli”.
Don Luca è dispiaciuto per le polemiche che si stanno venendo a creare, dice di aver sentito qualche rumor nei giorni precedenti ma non si sarebbe aspettato un’amplificazione mediatica. È una questione anche di responsabilità, civili e penali.
“Voglio dire agli amici di Leccenews24.it che siamo felici di tenere aperto l’Oratorio. Non è una cosa scontata, né da un punto di vista economico né organizzativo. Ci piace proprio sentire l’allegria dei bambini e dei ragazzi che giocano. Ma quegli spazi non possono essere un parcheggio deregolamentato. Ci vuole la collaborazione di tutti. Stiamo parlando non di un luogo pubblico, bensì privato; le responsabilità penali ricadono interamente sul sacerdote e in più di qualche occasione abbiamo avuto lamentele perfino per qualche atto di bullismo che sfugge agli occhi vigili dei pochi volontari che ci coadiuvano. Chiediamo soltanto che il nostro Oratorio sia più sicuro e più tranquillo. E a chi ci dobbiamo rivolgere se non ai genitori dei bambini che lo frequentano?”.
Insomma, come si vede, gli intenti di tutti sono gli stessi: far vivere quegli spazi! Adesso basterà soltanto parlarsi un attimo e venirsi incontro, perché Merine non si può permettere il lusso di perdere quel contenitore così frequentato.