Polemiche sui lavori in via San Cesario:’Restringimento pericoloso del marciapiede’


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Da qualche giorno sono in corso lavori di rifacimento del marciapiede di via Vecchia San Cesario a Lecce. Eppure, al di là dell’intervento manutentivo, non mancano le polemiche. Da alcuni cittadini viene infatti considerato un restringimento pericoloso andato a sostituire un vecchio passaggio che, quantomeno, consentiva il passaggio dei pedoni. Spazio, quello in fase di costruzione “davvero angusto, che costringe chi lo calpesta a restare in bilico con una gamba dentro ed una fuori sporgente sulla carreggiata e che non consente contemporaneamente il passaggio di pedoni che procedono in senso inverso”. A specificarlo in una nota stampa pervenutaci in redazione è Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.
 
Inoltre non è transitabile né per una persona disabile in carrozzina, né da persone anziane e né per i passeggini dei bambini. “Allo spazio angusto – prosegue il comunicato – ci si mette pure la segnaletica stradale verticale installata in centro al marciapiede che proprio non ci dovrebbe stare. Soprattutto per il fatto che le carrozzelle dei disabili, anziani, pedoni ed i passeggini con bambini non riescono a passare”.
 
La posizione è assurda – prosegue D’Agata – in quel posto è solo d'intralcio e non solo impedisce il passaggio a carrozzine e pedoni, ma essendo il marciapiede già talmente stretto di per sé tanto che qualsiasi persona fa fatica a passare, costringe chi lo percorre a piedi, ad uscire dal proprio tragitto protetto e a transitare per un attimo in mezzo alla carreggiata”. “Potenzialmente è un fattore che mette a repentaglio la sicurezza pedonale, e potrebbe costituire infatti la causa diretta di incidenti. "Trovo assurdo – commenta ancora D'Agata – che il Comune abbia autorizzato un simile restringimento e collocazione della segnaletica che, anche fosse stata una svista della ditta che l'ha innalzata, l'amministrazione e gli uffici preposti avrebbero dovuto controllare”.
 
Insomma, per D’Agata si rende necessario:“Tutelare gli utenti, in modo tale che la progettazione urbanistica non diventi un'insidia o un trabocchetto, ma si riveli un aiuto prezioso per loro sicurezza”.
 
Ed infine, la domanda finale:“Possibile che non si riesca a fare un'opera pubblica che risponda a criteri tali da rispondere in modo adeguato alle esigenze concrete dei cittadini?”.