Porto Cesareo, dal TAR via libera al lido Chiusurelle


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Lo stabilimento balneare del villaggio ‘Chiusurelle’ di Porto Cesareo si può fare. È la decisione adottata da parte del TAR di Lecce che oggi ha respinto il ricorso proposto nei confronti della concessione demaniale rilasciata nel 2015 dal Comune di Porto Cesareo alla società proprietaria del villaggio per la realizzazione della nuova struttura attrezzata, struttura che ha effettivamente operato nella stagione estiva 2016, ma che poi è stata oggetto di un procedimento penale tutt’ora in corso.

Il ricorso, in particolare, era stato proposto da una società concorrente già titolare di altra concessione che aveva richiesto di spostare la propria concessione in altra area vicina sulla quale era poi intervenuta la richiesta concessoria della proprietà del villaggio: la società ricorrente, nel dettaglio, nel suo ricorso ha lamentato il fatto che la nuova proposta progettuale sarebbe stata ingiustamente preferita alla propria. “Questo – spiega l’avvocato Pietro Quinto, difensore dell’Amministrazione Comunale – sebbene maggiormente impattante sul demanio marittimo e sul contesto paesaggistico ed evidenziava che il tavolato previsto avrebbe interferito con talune strade vicinali preesistenti e con delle formazioni di macchia mediterranea”.

Le decisione del TAR Lecce e l’inchiesta penale

I Giudici Amministrativi, così, hanno bocciato il ricorso, giudicando legittima la concessione e tutti i pareri acquisiti nel corso del procedimento. In questo modo sono state condivise le tesi difensive dei legali del Comune di Porto Cesareo della società aggiudicataria (difesa dal professor Ernesto Sticchi Damiani e dall’avvocato Lucia Molinari), i quali hanno dimostrato in giudizio la correttezza dell’operato dell’Amministrazione e l’assoluta compatibilità dell’opera rispetto alla disciplina urbanistica e paesaggistica della zona.

“La sentenza del TAR – prosegue Quinto – dà atto che la società concorrente, sebbene già concessionaria di altro sito, in realtà non aveva alcun diritto di prelazione e che la procedura comparativa svolta tra i concorrenti ha rispettato i criteri fissati nel bando, garantendo condizioni di assoluta trasparenza ed imparzialità. E’ stata, inoltre, esclusa qualsiasi interferenza con tracciati esistenti e con formazioni vegetazionali o di macchia mediterranea, inserendosi perfettamente l’opera nel quadro dei vincoli paesaggistici così come evidenziato dalla Commissione Locale e dagli altri Enti che hanno assentito il progetto”.

Lo stabilimento resta tutt’ora bloccato dalla magistratura penale che, però, nei giorni scorsi ha concluso le indagini.