«Per la prima volta nella mia vita ho paura, quella paura che non ti fa dormire la notte, che mi costringe ormai a prendere non so più quanti medicinali perché il mio colon ed il mio stomaco non ne possono più di assorbire oltre alle normali vicissitudini anche queste pressioni così cattive e violente. Ho paura perché mi trovo a combattere un nemico quasi invisibile…».
Scioccano le frasi del Presidente della Camera di Commercio di Lecce, Alfredo Prete che ha affidato a Facebook un lungo sfogo dai toni preoccupanti, quasi allarmanti. Accuse a tutto campo, ma senza scendere nel dettaglio di una storia che è destinata a far parlare a lungo.
Oggetto dell’amaro sfogo di Prete sono i white collars, i pezzi da novanta istituzionali del territorio. «Esistono dei sistemi formati solo ed esclusivamente da colletti bianchi che creano delle reti che a confronto altri tipi di sistemi diventano quasi innocenti. Ho paura perché soggetti di un certo “spessore” ti dicono: “attento ti stai mettendo contro un sistema troppo forte”. Altri illustri esperti della materia dicono di non aver visto mai niente di simile».
Credendo di essere nel giusto e supportato da chi gli è vicino Prete è andato avanti, ma come denuncia le tensioni sono continuate: «Le pressioni sono continuate, ma sempre sotto forme eleganti ed a norma di legge: valuteremo, vedremo, vogliamo parlare con il Presidente in modo del tutto inusuale – si legge – ed anche oggi a risultato acquisito, si continua, forse perché c’è ancora qualche tassello da inserire al suo posto».
Poi continua: «Io credo ancora che possa esistere una giustizia giusta ed allora ho preso carta e penna nel Maggio 2017 ed ho scritto a chi dovrebbe verificare se sono solo un pazzo visionario o se c’è qualche verità che non deve e non può emergere. Così come auspico che ci sia qualche organo di stampa che abbia il coraggio di far emergere ciò che è accaduto e sta accadendo perché fino ad oggi stranamente è passato tutto in quasi silenzio. Immagino che a breve partirà anche la macchina del fango così da farmi apparire non un visionario ma un personaggio poco pulito, poco onesto e non trasparente, virtù che invece hanno caratterizzato il mio percorso umano e professionale e che mi accompagneranno per il resto della mia vita. Ma ho paura…»
Una Camera di Commercio sempre più spaccata in cui le parole di Prete danno immediatamente adito a Roberta Mazzotta, componente dell’esecutivo, negli ultimi anni in rotta con la Presidenza di chiedere l’immediata convocazione di un consiglio straordinario monotematico che faccia luce sulla gravità delle parole affidate al post.
Il post parla chiaro: «Si tratta di affermazioni pubbliche -precisa la consigliera- di una gravità inaudita. Per il ruolo che compete tutti, va chiarito immediatamente con documenti e informazioni certe alla mano e presso tutte le sedi istituzionali competenti, cosa sono i “colletti bianchi” e di quali poteri forti si parla, al fine di tutelare lo stesso ruolo che il Presidente ricopre, oltre che la persona, e quello dell’ente e di tutti i suoi rappresentanti. Sarebbe auspicabile che a quell’incontro istituzionale partecipino, su invito del Presidente stesso, le autorità competenti e le forze dell’ordine affinché si accenda un faro di luce su quelle ombre».