Covid, in Puglia mancano 233 terapie intensive. La fotografia di Infodata

Secondo il Decreto rilancio, le terapie intensive pugliesi in più avrebbero dovuto essere 275 ma, ad oggi, si contano solo 42 aggiunte.

Continua a salire il numero di contagi in Puglia ma a saltare all’occhio è soprattutto il numero di ricoveri che rischia di mandare in affanno il sistema sanitario della Regione. Con l’ultimo aggiornamento del bollettino di ieri, 17 ottobre, il numero degli attuali positivi sfiora i 5mila casi, con 401 persone ricoverate, un balzo in avanti significativo rispetto alla situazione del 16 ottobre. Sono 49, infatti, i ricoveri registrati nell’ultimo bollettino epidemiologico, in attesa delle informazioni sull’andamento del contagio per la giornata di oggi.

Il numero di ricoveri sale, com’era prevedibile, e se per la prima ondata tutta Italia era impreparata, i mesi estivi hanno concesso una pausa sufficiente ad organizzare ospedali, reparti covid e, soprattutto, terapie intensive. L’obiettivo posto dal Governo, con il Decreto rilancio, era di raggiungere un numero di 14 posti ogni 100mila abitanti per far fronte all’ondata autunnale della pandemia: si tratta di 3.553 in più da aggiungere ai 5.179 pre-pandemia. Obiettivo disatteso dalla quasi totalità delle Regioni italiane, Puglia compresa.

-233 posti nelle terapie intensive pugliesi

Molto male il Tacco dello Stivale che ha aggiunto appena 42 posti letto in terapia intensiva, contro i 275 previsti dal Decreto Rilancio, secondo Infodata, sulla base delle informazioni della Presidenza del Consiglio. Si tratta dell’84,7 % (-233) di posti in meno rispetto all’obiettivo posto per affrontare la seconda ondata. Secondo Infodata, prima della pandemia la Puglia disponeva di 304 posti in terapia intensiva e stando alle indicazioni del Governo, sarebbero dovuti diventare 579. Allo stato attuale, dunque, i posti in terapia intensiva in Regione sono 9 ogni 100mila abitanti, contro i 14 previsti dal Decreto rilancio.

In nero le Regioni lontane dall’obiettivo. Fonte ilSole24Ore

Al momento, il sistema sanitario pugliese non sembrerebbe (ancora) provato dall’andamento dei contagi: solo il 9% dei posti letto in terapia intensiva, infatti, sarebbe occupato, lasciando ancora spazio di manovra per far fronte ai contagi. Ma la curva dei contagi sta cambiando rapidamente e, come dichiarato da Emiliano, il sistema di contact-tracing non è più efficace.

Veneto modello da seguire

Non è solo la Puglia a fare male, ma quasi tutte le Regioni italiane. Sono 1.279 i posti letto aggiunti a quelli pre-covid, facendo salire il numero totale a 6.458 (contro gli 8.732 previsti). Ma a preoccupare ancora di più è la distribuzione delle aggiunte: un quarto dei nuovi posti letto si trovano negli ospedali veneti, portando la Regione amministrata da Zaia ad avere 16,8 letti in terapia intensiva per 100mila abitanti, ben oltre l’obiettivo. Solo Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia sono riuscite a seguire il Veneto con, rispettivamente, 15,9 e 14,4 posti per 100mila abitanti.

Il resto d’Italia si trova sotto: i ritardi regionali si sono accumulati nel corso dei mesi, causa anche l’interlocuzione difficile con il commissario Domenico Arcuri.



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