Presentato in Provincia un Piano di monitoraggio del lupo nel Salento


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Un Piano di monitoraggio del lupo nel Salento della Provincia di Lecce, con la contestuale divulgazione di atteggiamenti e comportamenti corretti da assumere rispetto al nuovo scenario, in particolare per chi possiede animali da reddito, da lavoro e da affezione, e per tutti gli amanti dell’outdoor.

Questi dati e il vademecum per costruire una serena convivenza tra uomo e lupo sono stati presentati questa mattina a Palazzo Adorno dal presidente della Provincia Stefano Minerva, assieme al vice presidente con delega ad Ambiente e Paesaggio Fabio Tarantino, e dal biologo di fauna selvatica Giacomo Marzano, coordinatore dello studio. Presenti, inoltre, il consigliere provinciale con delega ad Agricoltura e Parchi Paolo Greco, il dirigente del servizio Tutela e Valorizzazione ambientale Fernando Moschettini, e il comandante della Polizia provinciale Alessandro Guerrieri

“E’ tornato un abitante nel Salento che mancava da tempo. Siamo stati il primo ente pubblico a costruire una cornice istituzionale per abituare e riabituare le persone ad avere un rapporto con il lupo, rendendoci conto che da un lato questo animale veniva visto come il male assoluto, dall’altro, invece, mancava, una conoscenza approfondita su di lui”, ha dichiaro il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva.

Che ha proseguito: “Proprio in ragione di ciò abbiamo voluto uno studio prima, incaricando per questo un biologo di fama nazionale, commissionando un monitoraggio che studiasse la presenza, le zone, gli spostamenti, lo stile di vita di questo straordinario animale, ed approntare poi un vademecum per costruire una mappa di norme comportamentali. Da qui a breve, poi, partiranno una serie di iniziative sul territorio per presentare il lavoro, soprattutto nelle sedi degli Enti Parco che hanno contribuito alla realizzazione di tutto questo. Non tralasciando, anche, un ragionamento da fare assieme alla Regione, oltre ad una serie di incontri da tenere nei Comuni per presentare il vademecum. Ed il monitoraggio presentato oggi, sarà costantemente implemenatato nel corso del tempo”.

Promosso nel 2020 dalla Provincia di Lecce, il monitoraggio ha inglobato anni di ricerca sulla presenza di questo animale a partire dal 2014, e si è arricchito con la sottoscrizione di un Protocollo d’intesa con gli Enti Parco. Ciò ha permesso un coordinamento delle azioni e delle attività di campo svolte dal sistema dei Parchi Naturali della Rete Natura 2000, sotto la guida del biologo di fauna selvatica Giacomo Marzano, incaricato dalla Provincia, e con la collaborazione di un nucleo di esperti. Tutto grazie ad una capillare rete di rilevatori sul territorio: rilevamento dei segni con sopralluoghi, immagini con fototrappole, immagini e segnalazioni da parte di privati, segnalazioni di Asl, Corpo forestale, Polizia provinciale.

Così con un significativo lavoro sinergico, si è riusciti e si continua a studiare il ritorno del lupo sul territorio agro-silvo pastorale dell’intera provincia, grazie anche alla nuova collaborazione con l’Esercito Italiano e all’adesione dell’Ambito territoriale di caccia.

Il progetto si articola in due fasi: la prima, appena conclusa, con cui si è definita distribuzione e consistenza della popolazione; la seconda, avviata quest’anno, è volta alla definizione dell’ecologia della specie, e prevede lo studio della dieta alimentare e della competizione con altre specie.

Dopo un secolo di assenza il lupo ha fatto ritorno nel Salento ed il nuovo scenario ambientale, fortemente antropizzato, non si è rivelato per nulla ostile al lupo, specie capace di adattarsi all’ambiente ed alle prede disponibili. Gli habitat naturali sono oggi frammentati, concentrati in prevalenza lungo la costa, e la maggior parte del territorio è occupato da habitat agricoli, molti dei quali in abbandono. La rete stradale è estremamente estesa ed i centri abitati numerosi e diffusi (96 comuni).

Il lupo è una specie straordinariamente adattabile che sfrutta nella ricerca alimentare ogni situazione e, per questo, bisogna evitare atteggiamenti che possono indurre il lupo ad avvicinarsi all’uomo ed abituarsi alla sua presenza. Super predatore al vertice della catena alimentare, ha il ruolo fondamentale di mantenere l’equilibrio di molte specie, predando quelle numericamente più abbondanti e limitando la diffusione di malattie attraverso l’abbattimento degli esemplari più deboli.

Strade, recinzioni, centri abitati rappresentano limiti invalicabili per specie poco mobili o specialistiche, ma non per il lupo che utilizza tutto a suo vantaggio. Le strade offrono una illimitata fonte trofica, rappresentata da animali investiti (volpi, lepri, ricci, topi), le periferie dei centri abitati pullulavano di animali randagi (cani e gatti) ed offrivano cibo messo a disposizione dei randagi dall’uomo.

Il lupo sta rivestendo egregiamente il suo ruolo, limitando specie che l’uomo non riusciva a contenere: si pensi all’irrisolto problema del randagismo, o del cinghiale. Dalla prima documentata riproduzione, avvenuta nel 2017, il numero dei lupi è aumentato costantemente, nonostante i numerosi decessi causati dalle collisioni con autovetture o da atti vandalici. Attualmente tutte le aree naturali sono state occupate da nuclei riproduttivi ed anche la superficie agricola e le periferie sono costantemente percorse dai lupi, soprattutto nelle ore notturne.

Oggi l’uomo deve assumere atteggiamenti responsabili, adottando “buone pratiche” al fine di costruire una convivenza col lupo. Solo al diminuire della disponibilità alimentare diminuirà la densità del lupo. L’adozione di buone pratiche aiuterà la costruzione di un rapporto di convivenza, all’interno di uno spazio agro-silvo-pastorale ridotto e sovraffollato dall’uomo.