Apparentemente è un bruco buffo e innocuo, ma la processionaria – che deve il suo nome all’abitudine peculiare di questi insetti muoversi sul terreno in fila indiana, formando una sorta di processione – da qualche tempo sta creando ‘scompiglio’ perché le sue setole urticanti possono provocare reazioni allergiche, dermatiti e crisi d’asma.
Non basta tenere alla larga questo lepidottero peloso che, da adulto, si trasforma in una inoffensiva falena. I peli ‘svolazzano’ nell’aria, trasportati dal vento, diventando potenzialmente pericolosi per i bambini, ma anche per gli amici a quattro zampe. Se per l’uomo basta rivolgersi ad uno specialista che, nella maggior parte dei casi, prescrive un gel astringente al cloruro d’alluminio per i cani, che hanno l’abitudine di annusare il terreno e di addentare qualsiasi cosa si muove, può essere addirittura letale.
Fino a qualche decennio fa era raro trovarla, ma a causa del cambiamento climatico la processionaria si è diffusa anche in Salento ‘trovando casa’ sugli alberi di pino e cedro.
Nelle prossime settimane, questo piccolo lepidottero peloso inizierà a migrare quindi bisognerà tenere alta la soglia dell’attenzione perché – come detto – non è necessario evitare il contatto diretto con l’insetto per ‘allontanare’ i problemi.
Per questo, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ha voluto ‘invitare’ i proprietari delle aree verdi come giardini e parchi, sia pubblici che privati, ad effettuare tutte le opportune verifiche sugli alberi per accertare la presenza dei nidi di processionaria. Trovarli è semplice, grazie ai lunghi fili setosi emessi dalle larve.
Gli alberi che in genere sono più attaccati dalla processionaria son il pino nero, il pino silvestre, il pino marittimo e varie specie di cedro.
Le precauzioni che dovrebbero seguire tutti sono semplici:
- Non avvicinarsi e non sostare sotto piante infestate.
- Tenere i cani al guinzaglio nelle zone di presenza dei nidi.
- Raccomandare ai bambini di non toccare i bruchi in fila.
- Non tentare di distruggere i nidi con mezzi artigianali poiché ciò favorisce la diffusione nell’ambiente dei peli urticanti.
