Profughi nel Salento, arriva la proposta di venti famiglie: accoglienza in cambio di un contributo


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Gli appelli di Papa Francesco di muoversi e andare verso le cosiddette “periferie esistenziali” – prendendo spunto anche dal passo del Vangelo di Luca che recita “Si alzò e andò in fretta” (riferito al brano in cui Maria, ricevuta notizia di essere incinta, si mosse in viaggio verso la cugina Elisabetta) – cominciano a trovare ascolto anche nel capoluogo salentino. Il pontefice non intende, dunque, solo “periferie” dal punto di vista ambientale, bensì umano. Soprattutto umano. Malati, ultimi, gli emarginati. Tra questi, i profughi giunti in Salento per scampare alla guerra dei loro paesi d’origine. Ebbene, pare che venti famiglie povere di Lecce si siano dichiarate disposte ad ospitare – fornendo vitto e alloggio – uno o due profughi in cambio di un ad adeguato rimborso in denaro da parte delle istituzioni locali.

In tal caso, dato che si tratta di profughi o rifugiati politici, occorre il disbrigo di alcune procedure burocratiche.  E molto probabilmente col benestare della Prefettura, che qualche settimana fa comunicò – attraverso una nota – di aver aperto un bando alle varie associazioni per poter assistere centinaia di profughi. È quanto fanno sapere i volontari del comitato leccese di Pronto-Soccorso dei Poveri, i quali danno risalto positivo alla proposta; che, nello stesso tempo, oltre a dare una dignitosa sistemazione e integrazione sociale a queste persone che approdano in Italia e nel Salento, potranno fornire indirettamente un contributo economico alle nostre famiglie maggiormente bisognose.

In alcuni paesi del Nord Italia, peraltro, già esiste un tipo di assistenza similare ai profughi.

In cambio, per famiglia, viene corrisposta la cifra di 400 euro a persona accolta nella propria dimora.