«L’accoglienza che fa bene all’Italia». È questo il titolo del dossier che Legambiente presenterà a Roma il 22 novembre 2018, durante una manifestazione nazionale in cui si parlerà dei temi, mai così attuali, legati alla politica dell’accoglienza e dell’integrazione. Nell’incontro che si terrà nella Capitale sarà presente anche Uggiano la Chiesa, invitato a partecipare ad una delle due sessioni di studio previste nella giornata, per illustrare l’esperienza del Comune nell’ambito delle attività sociali del progetto Sprar.
Tanto si è discusso e tanto ancora si discute sul Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che coinvolge numerose città, ma soprattutto paesi di piccoli e grandi dimensioni che hanno aperto le loro porte allo ‘straniero’ trasformando l’ospitalità in una opportunità. L’accoglienza dei migranti, se fatta bene, può avere ricaduto positive sull’intera comunità e, a volte, contribuisce alla rinascita di un territorio o al recupero di tradizioni e antichi mestieri che, altrimenti, andrebbero persi.
Disseminati nel territorio, da Nord a Sud, ci sono numerosi esempi positivi di accoglienza che fa bene a chi viene accolto, ma anche a chi accoglie.
Anche l’amministrazione di Uggiano, da oltre due anni, è impegnata nel progetto che mira alla realizzazione di interventi accoglienza integrata, che prevedono, oltre al vitto e all’alloggio, anche misure di mediazione linguistica, di accompagnamento, di assistenza e di orientamento con la realizzazione di percorsi individuali di inserimento culturale e socioeconomico.
Ad oggi nel comune sono presenti nuclei famigliari provenienti dalla Nigeria, dalla Somalia e dal Ghana per un totale di 24 ospiti. Le politiche dell’accoglienza messe in campo sono oggi un modello di “buone pratiche” a livello nazionale e il progetto Sprar realizzato dall’Amministrazione comunale, e gestito dal GUS, è stato inserito nel dossier di Legambiente e indicato tra le migliori esperienze in Italia per funzionamento, trasparenza e integrazione sociale.
«È per noi tutti un grande riconoscimento, che testimonia, ancora una volta, come il Salento sia una terra accogliente e ospitale. La nostra esperienza dimostra, soprattutto in questo periodo, l’importanza di costruire sul territorio progetti di accoglienza e di integrazione, poiché consentono alle comunità locali di crescere e di arricchirsi sul piano sociale e culturale. E in questi anni la mia comunità ha accolto famiglie di rifugiati politici o di perseguitati per motivi religiosi, alle quali abbiamo dato la possibilità di studiare l’italiano, di fare tirocini formativi, di lavorare e di mandare i loro figli a scuola. Abbiamo costruito un piccolo modello d’integrazione sociale in un paese che negli ultimi dieci ha accolto persone di oltre 30 diverse nazionalità provenienti da tutte le parti del mondo. Tutto questo è un segnale di speranza per il futuro, non solo del Salento, ma dell’Italia» ha dichiarato il primo cittadino Salvatore Piconese.