Spray antiaggressione agli agenti di Polizia Penitenziaria di Lecce, Osapp scende in campo per difendere i suoi uomini


Condividi su

Il 12  e  13 Agosto 2019  l’Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria scenderà in strada per una manifestazione di protesta negli istituti di pena di Lecce, Bari, Taranto e Foggia, facendo seguire alla distribuzione di volantini anche la consegna alle donne e agli uomini in servizio di spray antiaggressione.

E non finisce qui, poiché forme di rivendicazione più eclatanti per chiedere migliori condizioni di lavoro nell’interesse di tutti i cittadini saranno messe in cantiere nel mese di settembre, ad oltranza, fino a quando non ci saranno correttivi e iniziative da parte del Governo e delle Amministrazioni più volte sollecitate.

Carenza di personale, presa di posizione del Sindacato

Parole dure quelle di Pasquale Montesano, Segretario Generale Aggiunto di Osapp: ‘La carenza di personale di Polizia Penitenziaria è gravissima dinanzi ad un organico da tempo sottovalutato e sottostimato per una regione, quale la Puglia, che presenta il duplice handicap del massimo sovraffollamento detentivo sul territorio nazionale e della diffusa presenza detentiva delle fazioni a maggiore rischio criminale. Purtroppo politica e governo si rincorrono con comunicati stampa e preannunciano assunzioni sul territorio decantando vicinanza e impegno che ad oggi non c’è, nonostante siano in corso di assegnazione forze nuove a seguito di mobilita nazionale’.

Il sindacato denuncia il fatto che nelle ultime settimane gli istituti penitenziari della Regione Puglia  siano stati  teatro di ripetute aggressioni, risse e semi-rivolte che mettono a serio rischio l’effettiva funzionalità istituzionale del carcere. Precarie e rischiose le condizioni di servizio per gli agenti, la cui incolumità sembra non essere più garantita per l’insicurezza interna in cui ormai si trovano le strutture.

Osapp, ecco le ragioni dell’insicurezza

Il monito di Osapp è fortissimo e non va certo sottovalutato: ‘le motivazioni di tale insicurezza risiedono in primo luogo nella particolare tipologia della popolazione detenuta presente nelle carceri pugliesi, composta da soggetti appartenenti alle varie famiglie associate ad una criminalità organizzata particolarmente attiva e cruenta nella Regione Puglia e nelle regioni limitrofe, consociate o discordi tra loro, per una convivenza spesso impossibile all’interno della stessa struttura penitenziaria e comunque di tale virulenza nei comportamenti da assumere addirittura il controllo delle sezioni detentive o dell’intero carcere (fino ad arrivare ad assaltare i cortili dei passeggi divisi per sezioni o di minacciare di morte gli addetti della Polizia Penitenziaria)’.