Qualità della vita 2014, per Lecce 10 posizioni in meno


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È Ravenna la prima della classe nella speciale graduatoria stilata dal Sole 24 Ore, il quotidiano di Confindustria, sulle 107 città italiane capoluogo di provincia per quel che concerne la qualità della vita.

La città romagnola, anch’essa come Lecce giunta in finale per il riconoscimento a Capitale Europea della Cultura 2019, ha ottenuto la supremazia sulla base di 36 parametri, raggruppati in sei macro-aree (Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi ambiente e salute, Popolazione, Ordine pubblico e Tempo libero).
Terza piazza per Bologna, quarta per Belluno e quinta per Siena.

E Lecce? Notizie non particolarmente gratificanti giungo per il capoluogo salentino. anzi pessime potremmo affermare.
Lecce e la sua provincia, infatti, segnano un ulteriore peggioramento rispetto all’anno scorso passando dal 90° al 100° posto. Il territorio leccese registra i suoi peggiori risultati sotto gli aspetti del tenore di vita, della popolazione e degli affari.

Secondo Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”: “Il Salento bocciato per tenore di vita e servizi, scivola sempre più in basso. Crollo in servizi ed ambiente meritano una riflessione approfondita da parte della classe dirigente e del mondo imprenditoriale. Le prestazioni peggiori si hanno in tema di esportazioni che non decollano, pensioni e Pil pro capite molto bassi, bassa percentuale di giovani che vivono sul territorio, a causa probabilmente della forte emigrazione che spinge i ragazzi a trovare la loro strada fuori”.  

Intanto giunge anche una ricognizione da parte di “Salute Salento” sui parametri indicativi della salute, del benessere e della sicurezza dei salentini.  Secondo l’associazione che ha esaminato i dati del quotidiano l’8 per cento della popolazione del Leccese va a farsi curare altrove, assegnando a Lecce la 54ma posizione, più o meno come gli anni precedenti.

La provincia, poi, verrebbe penalizzata sul fronte ecologico, dove le viene assegnata la 79ma posizione, in discesa rispetto agli anni precedenti.
Decisamente peggio il dato per quanto riguarda le strutture per i bambini, che relegano il capoluogo salentino al 91° posto; nessuna variazione rispetto agli anni scorsi.

Il dato indicativo che salta agli occhi per una provincia che aspira a capitale Cella Cultura, arriva dall’indicatore della formazione, ossia il numero medio di anni di studio dei nostri residenti: solo 8,85 anni, appena sopra alle scuole dell’obbligo (quinte elementari e terze medie). Lecce sprofonda quindi alla 101^ piazza, insidiata solo da Brindisi e da Agrigento, ultima in classifica.

Ma non tutti i dati sono negativi. Quanto alla sicurezza Lecce gode di ottima salute. Il parametro microcriminalità assegna un prestigioso 13° posto, con poco più di 400 fra scippi e borseggi.

Molto bene anche per quantità di librerie, dove il nostro capoluogo conquista la 40ma posizione.

Non si può dire altrettanto per l’indice di sportività: i salentini non sono in forma; annaspano al 90° posto.