Si registra un passo avanti, in merito alla qualità della vita, per le città salentine. A rivelarlo è il diciottesimo rapporto di ItaliaOggi e Università “La Sapienza” di Roma che, a livello nazionale, vede primeggiare Mantova (superando dunque la serie positiva di Trento, leader della classifica dal 2011). In particolare, Lecce si colloca all’ottantanovesimo posto grazie al punteggio di 217, 40 ed un balzo di ben cinque posizioni rispetto al 2015. Viene subito dopo, al novantesimo posto, Taranto. Brindisi occupa invece la 74esima postazione della graduatoria. Dei timidi miglioramenti, ma che non debbono far pensare ad un successo.
Fanalino di coda risulta, invece, Crotone. Crollo anche per Roma, la Capitale d’Italia, che precipita di ben diciannove posizioni rispetto allo scorso anno. In generale, però, ciò che emerge dal rapporto è ancora un notevole frattura tra Nord e Sud del paese. Anzi, quelle province meridionali che bene o male si attestavano ad alcuni livelli medio-alti starebbero cominciando a perdere terreno. In sofferenza soprattutto i grandi centri urbani. Una "Questione Meridionale" che continua ulteriormente, dunque, a rimanere molto complessa.
Affari, lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, servizi finanziari, scuole, salute e tempo libero. Questi alcuni elementi tramite cui la ricerca ha effettuato le proprie valutazioni.
Fondamentalmente, stando al documento, la maggioranza degli italiani “vive male”. Si pensi che, stando ai dati generali del 2016, sono solo 56 su 110 le province nelle quali la qualità della vita è risultata buona o accettabile. Ciò lascia pensare al fatto che questa "crescita lenta" – così ben esposta nei media nazionali – sia in realtà molto più lenta del previsto.