Recupero dell’ex Ospedale Spirito Santo a Lecce, via libera dal Consiglio di Stato


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Entrando nel centro storico di Lecce da porta Rudiae, sulla sinistra – di fronte alla sede dell’Accademia di Belle Arti – si nota un palazzo antico, che anni fa ospitava anche un cinema le cui grandi sale un tempo erano infermeria. Parliamo del Palazzo dello Spirito Santo, uno degli ospedali della città realizzato a metà del ‘500 dall'architetto Gian Giacomo Dell'Acaya e che si erge imponente all’imbocco di via Libertini.

Quello che si può definire a tutti gli effetti un monumento vuol diventare la sede della locale Soprintendenza ai beni Culturali, superando gli intoppi burocratici e i ricorsi al Tar.
Con ordinanza pubblicata questa mattina, il Consiglio di Stato ha confermato la precedente ordinanza del TAR, respingendo il ricorso d’appello dell’Impresa che contestava l’appalto affidato dalla Direzione Regionale presso i Beni Culturali. Si tratta dei lavori di restauro architettonico, per un importo di 5 milioni di euro, che consentiranno di recuperare e trasformare l’ex Ospedale nella sede della Soprintendenza.
 
Così come ha affermato nella discussione in udienza l’Avv. Pietro Quinto, difensore dell’Impresa aggiudicataria, insieme agli avv.ti Rallo e Lopiano, e come ribadito dai giudici di Palazzo Spada, le articolate motivazioni dell’ordinanza del TAR Lecce non solo confermano la legittimità della procedura, ma pongono l’attenzione sul particolare che una sospensione dell’appalto avrebbe comportato la perdita del finanziamento dell’opera.
 
Per dare alcuni cenni di storia, l’Ospedale Spirito Santo fu edificato nel 1394 con il nome di Ospedale di San Giovanni Battista. Fu il primo Ospedale di Lecce, fondato da Giovanni d’Aymo, gestito dai padri domenicani che dimoravano nel Convento di fronte oggi sede dell’Accademia delle Belle Arti.
Le cronache dell’epoca narrano che, a fronte di una cattiva gestione dei padri domenicani, si procedette ad una sostituzione dei gestori. Dopo la sua demolizione, e la riedificazione a cura dell’Arch. Gian Giacomo dell’Acaya, l’Ospedale assunse il nome dello Spirito Santo, che mantenne sino al 1873, quando fu trasferito all’ex “Vito Fazzi”.
 
Come si può notare ancora oggi, accanto al portale principale vi è l’entrata della chiesa dello Spirito Santo, annessa all’Ospedale, e voluta da alcune famiglie nobili e dall’Università di Lecce.
 
Così come sottolinea lo Studio legale Quinto, “il recupero di questo Monumento consentirà di scoprire e valorizzare un vero e proprio scrigno del centro storico di Lecce. Non va dimenticato – ricorda l’Avv. Quinto – anche l’importanza storica dell’orologio elettrico incorniciato sul portale principale. Si tratta del terzo degli orologi elettrici (su quattro) della Città di Lecce, inventato da Mons. Candido, che venne premiato all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1867. Il sistema piuttosto complesso degli orologi elettrici (una rarità nel Sud d’Italia) funzionò per molti anni, sino al 1937”.