Un grande successo per la città di Nardò: 3 milioni 565 mila euro per il recupero dell’ex Antoniano. È così che la Regione Puglia chiude il lungo iter di valutazione dei progetti candidati alla misura di rigenerazione urbana relativa allo Sviluppo Urbano Sostenibile (Patto per la Puglia – FSC 2014-2020), ammettendo a finanziamento il comune di Nardò nell’ambito di una strategia ad area di circa 6 milioni di euro, condivisa con i Comuni di Leverano e di Porto Cesareo.
Dopo il lungo percorso di valutazione, partito nell’aprile 2018, la Regione Puglia, dunque, non ha dubbi e decide di finanziare il progetto neretino. Redatto dagli ingegneri Lorenzo Daniele De Fabrizio e Gregorio Raho e dall’architetto Antonio Vetrugno, prevede il recupero per finalità sociali, ristrutturazione ed efficientamento energetico del complesso dell’ex oratorio di S. Antonio, noto come Antoniano, che è abbandonato da anni e in stato di degrado.
Il Comune ha inserito l’immobile nella proposta a seguito di una intesa con la Diocesi di Nardò Gallipoli, proprietaria del complesso, che a novembre 2018 ha ceduto per venticinque anni al Comune – al prezzo simbolico di 1 euro – il diritto di superficie dell’area su cui sorge il complesso (che occupa un lotto compreso tra le vie Pitagora, Leonardo Da Vinci e Generale Cantore).
L’edificio pieno di storia sarà uno snodo importante per la riqualificazione di tutto quartiere. È dentro l’immobile, infatti, che troverà posto un centro socioeducativo e riabilitativo diurno e residenziale dedicato a persone con disturbi dello spettro autistico e altri servizi per minori, anziani e diversamente abili.
L’intervento prevede la realizzazione al piano terra di uffici di prima accoglienza e per il personale amministrativo, ambienti per terapie, servizi, sala soggiorno, area per servizio cucina e una caffetteria. Al primo piano altri ambienti per terapie, sale riposo con posti letto in funzione residenziale, locali di servizio. È previsto anche il recupero del teatro, sia per ospitare rappresentazioni e convegni, sia per attività socioeducative.
“Non si tratta solo di recuperare un edificio dismesso e dimenticato, che è una ferita per il quartiere – dice il sindaco Pippi Mellone – ma di aggiungere un altro pezzo al mosaico della rinascita della città. In questo caso con un inestimabile valore sociale, viste le finalità del recupero”. La rigenerazione dell’area, infatti, è solo uno degli interventi messi in atto nel tessuto urbano di Nardò: dalla riqualificazione dell’area intorno alla chiesa dell’Incoronata (con la realizzazione dell’Urban Park), dalla realizzazione della rete di piste ciclabili previste dal progetto CicloNardò all’intervento di riqualificazione della villetta di via Giovanni XXIII, al recupero dell’area dei bagni pubblici di corso Galliano, passando per il restyling di piazza Mazzini e tante altre opere.
La storia dell’ex Antoniano
Nel dopoguerra mons. Gregorio Gaballo pensò di realizzare con le donazioni dei fedeli un’opera per l’assistenza dei meno abbienti e l’educazione dei giovani, intitolata a S. Antonio. La costruzione venne avviata nel 1948 e continuò per tutto il decennio successivo anche per l’esiguità dei fondi a disposizione. Nel 1957 si iniziò a costruire uno spazio da 500 posti da destinare a teatro e sala cinematografica. Nel 1963, a lavori non ancora ultimati, fu deciso di utilizzare questo immobile per trasferirvi provvisoriamente i reparti dell’ospedale ospitati nell’ex convento di S. Antonio, già in precarie condizioni statiche. L’urgenza portò all’esecuzione di lavori di adattamento e finitura in economia, eseguiti con maestranze locali, sotto la direzione dei tecnici comunali. A seguito dell’inaugurazione della nuova sede dell’ospedale civile di via XXV luglio nel 1968, i reparti dell’Opera Antoniana furono trasferiti e l’immobile fu destinato ad ospitare diversi istituti di istruzione superiori sino ai primi anni 2000. La sala ha ospitato abbastanza regolarmente spettacoli teatrali e cinematografici sino ai primi anni ’80, successivamente è stata utilizzata come auditorium annesso all’oratorio della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù sino alla metà degli anni ’90, quando è stata definitivamente chiusa.