Sarebbe dovuto insistere troppo nelle vicinanze del centro abitato e per questo i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce, hanno negato l’autorizzazione alla costruzione di un impianto di compostaggio.
Con sentenza n. 1515 del 26 settembre 2019 il Tar Lecce, III Sezione, Presidente, Enrico d’Arpe – Estensore Consigliere. Massimo Baraldi, ha respinto il ricorso proposto da una società che aveva presentato un progetto di realizzazione e gestione di un impianto di digestione anaerobica e di compostaggio della FORSU, impianto da realizzare nella zona industriale del Comune di Monteroni di Lecce e nelle vicinanze del Comune di Carmiano e Magliano (a poche decine di metri anche da case sparse).
I giudici di “Via Rubichi – aderendo alle posizioni del Comune di Monteroni, difeso dall’Avv. Pietro Quinto, dell’Unione dei Comuni Union3 e Comune di Carmiano, difesi dall’Avv. Francesco G. Romano, e dal Comitato “No Centrale”, difeso dagli avvocati Gabriele Garzia e Antonio Pacifico Nichil – ha rigetto il ricorso poiché l’impianto in progetto era individuato troppo vicino al centro abitato e, dunque, non rispettava i limiti minimi di distanza fissati dalle Linee Guida del PRGRU (Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani).
Il Giudice Salentino ha puntualizzato che, trattandosi di impianto che porta al recupero dei rifiuti, non potrà applicarsi la normativa meno restrittiva prevista per il semplice impianto di trattamento dei rifiuti, come ritenuto, invece, dalla ricorrente.
In questo modo, potrà essere evitata la realizzazione di un impianto di compostaggio a ridosso di abitazioni, all’interno dell’Oasi di protezione “Zummari” e nei pressi di innumerevoli percorsi a vocazione naturalistica quali il Velodromo degli Ulivi e il Campo Sportivo Comunale nonché, a meno di 2 Km, da una Scuola per l’Infanzia.