Riordino ospedaliero, Serravezza: ‘Sconforta non essere ascoltati’. E chiama Michele Emiliano


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Si continua a discutere di riordino sanitario e ospedaliero in Puglia. La questione è ormai dibattuta da tempo e oggi l’Associazione ‘Salute Salento’ fa registrare il parere dell’oncologo Giuseppe Serravezza, già Presidente della Lilt, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. In particolare, Salute Salento fa sapere che da oltre sei mesi Giuseppe Serravezza, nonostante mail, lettere e attese nei corridoi, non riesce a comunicare con la direzione generale dell’Asl. Ecco allora che l’oncologo decide di rivolgersi direttamente al Governatore della regione Emiliano, chiedendo di contribuire all'attuale dibattito nonché alle importanti decisioni del riordino sanitario.
 
‘Accorpare le funzioni di alcuni reparti è quanto mai appropriato perché –  sostiene Serravezza – con le strutture dedicate di eccellenza si supera la frammentazione di tanti centri, piccoli e di minore profilo; oltre all’abbattimento degli sprechi’.
 
L’esempio è quello di Oncologia nell’area sud, articolata tra i poli ospedalieri di Casarano e Gallipoli e negli ambulatori di Nardò, Scorrano e Gagliano. ‘A distanza di quasi dieci anni – prosegue il medico – il risultato è positivo sotto più aspetti: minore carico di lavoro nei due day hospital di Casarano e Gallipoli, la comodità logistica per l'utenza, la condivisione in team dei casi clinici, la direzione unica con risparmio per l'azienda, la customer satisfaction che vede assicurate le prestazioni composite del percorso di cura (diagnosi, trattamento, ricovero, follow up e continuità di assistenza oncologica domiciliare)’.
 
‘Il modello, mutuato da consolidate pratiche italiane ed estere – spiega ancora l’oncologo di Casarano – ha visto anche la favorevole attenzione dell’allora commissario Paola Ciannamea, che incaricò un gruppo di medici di riorganizzare il settore oncologico dell'intera azienda. Tale gruppo tecnico disegnò la Rete Oncologica Leccese (Rol), di fatto mai partita compiutamente per i successivi cambi di orientamento dei vari direttori nel frattempo succedutisi’.
 
Serravezza, quindi, si dice fortemente convinto che l’individuazione delle buone pratiche e le analisi riguardanti il riordino ospedaliero devono venire dall’interno dell’azienda, perché ispirate dalle esperienze dirette sul campo, dalle evidenze scientifiche maturate in loco e perciò più validate di altri orientamenti e di modelli rispondenti a razionali estranei e lontani.
 
‘Non riuscire ad essere ascoltati – conclude – sconcerta e sconforta. Invece, proprio la voce di chi da anni opera e conosce storia, evoluzione e bisogni reali dell’utenza, dovrebbe trovare ascolto e costituire la forza del cambiamento, verso innovazione, sicurezza e oculatezza di gestione delle risorse’.