Gli avvocati chiedono un’accelerata ai processi e la riapertura al pubblico delle cancellerie. È quanto emerso nel corso dell’assemblea del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, tenutasi nelle scorse ore.
Durante la seduta, presieduta dal Presidente Antonio De Mauro, è stata posta all’ordine del giorno, la questione dell’andamento dei processi e dell’intera attività giudiziaria all’interno dei tribunali, in questa fase 2 che si prottrarrà fino al 31 luglio. Dunque, gli avvocati riuniti in Consiglio chiedono di incrementare le udienze, sia civili che penali. Tale orientamento è emerso alla luce dei miglioramenti sul piano epidemiologico, dell’emergenza sanitaria da covid-19. E del fatto che, in tutta Italia, sempre in conseguenza del favorevole andamento dei dati sul contagio, sono riprese sostanzialmente tutte le attività. Naturalmente viene ribadito che dovranno essere mantenute le misure di sicurezza adottate nella fase 2.
Il Consiglio chiede poi che le cancellerie, nel rispetto delle precauzioni sanitarie, siano riaperte regolarmente al pubblico. E che vi sia il rientro del personale in numero adeguato alle esigenze degli uffici, anche al fine di consentire una interlocuzione telefonica. Anche perché chi lavora in modalità smart working, non ha la possibilità di accedere ai sistemi informatici. Infine, si richiede che i fascicoli telematici vengano aggiornati in tempo utile per la celebrazione delle udienze e che i tempi di risposta alle richieste inerenti ai servizi di cancelleria siano contenuti in un massimo di cinque giorni.
Tali proposte sono state già sottoposte all’attenzione dei capi degli uffici giudiziari, nel corso delle continue e proficue interlocuzioni di questi mesi.
Vengono poi rilevate, in questi primi quindici giorni della fase 2, numerose criticità presso il Tribunale penale, civile e presso l’ufficio del Giudice di Pace. Gli avvocati chiedono infine che i provvedimenti di trattazione cartolare (scritta) o da remoto delle udienze siano conformi ai protocolli sottoscritti e non vengano estesi oltre il periodo emergenziale.