Toccherà attendere mercoledì per conoscere tutti i dettagli della missione nel Salento della Commissione parlamentare antimafia, guidata dal presidente Rosy Bindi. Il 24 febbraio, infatti, l’onorevole traccerà il bilancio della visita, che rientra nel programma di audizioni in tutte le Direzioni distrettuali antimafia, ai giornalisti nel corso di un’attesissima conferenza stampa. L’obiettivo, si sa, è quello di conoscere la situazione relativa al fenomeno delle mafie e delle altre associazioni criminali presenti sul territorio, anche straniere.
Il fitto programma è iniziato questa mattina. Quando da poco erano passate le 11.00, la Commissione ha effettuato un lungo sopralluogo all’interno della Masseria Canali, tra Mesagne e San Vito dei Normanni, roccaforte a suo tempo della Sacra Corona Unita ed ora affidata alla gestione dell’associazione “Libera” che l’ha trasformata in centro didattico e in un laboratorio di produzione agricola. Insomma, un esempio concreto di come si possa trasformare un bene confiscato alla mafia in un emblema della legalità, del lavoro pulito e della volontà di non piegarsi al potere dei boss.
Lasciato il brindisino, la delegazione di senatori e deputati ha raggiunto la prefettura di via XXV luglio, dove sono stati ascoltati il prefetto di Lecce, Claudio Palomba, accompagnato dal questore Pierluigi D’Angelo, dal comandante provinciale dei Carabinieri Nicodemo Macrì, dal comandante provinciale della Guardia di Finanza Bruno Salsano e dal capo centro della Direzione Investigativa Antimafia, Carlo Durante.
Prima degli incontri, che si sono tenuti rigorosamente a porte chiuse, la presidente Bindi ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti. «Questa Regione – ha detto l’ex ministro – è stata poco indagata dalla Commissione in passato. Siamo qui per colmare una mancanza di attenzione degli anni precedenti. La mafia presenta ancora oggi aspetti preoccupanti e interessanti da valutare».
«Emiliano ha dato una fotografia completa della realtà pugliese, sia dal punto di vista della criminalità che dei rapporti che questa ha intessuto con la politica. Nonostante presenti ancora molte caratteristiche del metodo tradizionale, – ha concluso la Bindi – la mafia ha cambiato pelle».
Domani, alle 9.30, ci sarà un secondo sopralluogo a Torchiarolo. Nel pomeriggio, a partire dalle 14.00, toccherà alle tre audizioni del procuratore distrettuale Antimafia di Lecce e dei procuratori della Repubblica di Brindisi e Taranto.
Ad “accogliere” la Commissione anche una delegazione di lavoratori di Omfesa che hanno esibito alcuni cartelli con su scritto "Le vostre promesse spariscono, i nostri problemi rimangono”.