È arrivato novembre, il mese delle olive senza olive

La raccolta delle olive era una gara tra chi stendeva i teli per raccogliere i frutti da terra o chi si affidava agli scuotitori.

Gli inizi di novembre in Salento erano un tripudio di lavori in campagna grazie alla raccolta delle olive. Oggi in gran parte silenzio e malinconia

Era una gara tra chi stendeva i teli per raccogliere i frutti da terra o chi, in maniera più corretta e innovativa, si affidava agli scuotitori, evitando così il contatto con il terreno per mantenere l’integrità dell’oliva. Tutti, a novembre, avevano un appuntamento imperdibile con la raccolta delle olive e la produzione dell’olio, tanto che a metà degli anni 90 la Regione Puglia, con i denari dell’Unione Europea, aveva addirittura lanciato il famoso Progetto teso al miglioramento qualitativo dell’olio d’oliva, senza poter immaginare quello che sarebbe accaduto 20 anni dopo con la Xylella.
I problemi di quel tempo erano un paradosso se confrontati con quelli di oggi. Si discuteva se raccogliere le olive direttamente dall’albero per evitare che venissero corrotte da una permanenza anche minima sul terreno, così da non caricarsi di quell’acidità che avrebbe certamente portato ad un prodotto meno nobile e qualificato dal punto di vista nutrizionale e del gusto. Si discuteva delle tecniche di raccolta, delle strategie di coltivazione e delle modalità di manutenzione degli oliveti. Tutte questioni quasi ovunque superate dalla situazione che ben conosciamo e che ci porta a guardare gli alberi, senza foglie e senza frutto.