Stesso referto ma due responsi diversi: assenza di micro-calcificazioni sospette al Perrino di Brindisi, micro-calcifinazione irregolare nella zona parareolare, con caratteri sospetti in senso eteroformatico, con un’estensione di 15mm, invece, allo IEO di Milano. Tumore maligno alla mammella, insomma.
La malcapitata, vittima dell’ennesima odissea sanitaria, operata in seguito per un carcinoma al seno, ha voluto comunque rendere pubblico il suo sconforto per l’amara scoperta che, inspiegabilmente, era “sfuggita” al radiologo di Brindisi che, non riscontrando la neoplasia mammaria da cui, purtroppo, era affetta, l’aveva tranquillizzata sul suo stato di salute.
“Voglio che le donne sappiano cosa mi è accaduto perché non accada a loro” ha detto la donna che, dati i lunghi tempi di attesa previsti al nosocomio di Lecce, lo scorso 22 settembre si era sottoposta ad una mammografia di routine optando per l’ospedale brindisino. Un voler accorciare i tempi che, però, non le ha giovato giacché, proprio per la diagnosi non corretta, ha perso tempo prezioso che, certamente, le sarebbe tornato utile per contrastare subito il male.
La donna non era nuova a questo tipo di spiacevoli esperienze (aveva, infatti, già avuto un altro tumore al seno) e, la sua caparbietà nel non fermarsi al primo responso ha portato alla decisione di rivolgersi, in seguito, ad un chirurgo leccese, un ecografista salentino e, poi, un oncologo dello IEO di Milano i quali hanno riscontrato ciò che a Brindisi nessuno aveva stranamente visto.
Alla fine, la signora ha dovuto subire un intervento demolitore di quadrectomia e ha già iniziato la chemioterapia che terminerà il prossimo maggio. “Una diagnosi errata può segnare la vita di una donna o addirittura destinarla alla morte, dicendole che é tutto a posto” la conclusione amara della signora.
di Luca Nigro