Mobilità dei coordinatori di struttura, è scontro tra sindacati e SanitaService. Personale in stato d’agitazione


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«Una grave situazione di malessere lavorativo che l’avvicendamento di alcuni coordinatori ha finito con l’aggravare ancor più».

Parole dure quelle dei rappresentanti sindacali nei confronti della situazione venutasi a creare nelle strutture dell’Asl di Lecce a seguito dell’adozione da parte dell’Amministratore Unico di SanitaService, Luigino Sergio, della determina n.15 del 14.02.2020, avente ad oggetto proprio la mobilità dei coordinatori di struttura.

Così Cgil, Cisl, Uil ed Fsi-Usae hanno dichiarato lo stato d’agitazione del personale in servizio contestando a Luigino Sergio non la legittimità dell’atto con cui cambiava di sede a 9 su 26 coordinatori bensì quello che le sigle sindacali definiscono eccesso di potere «per aver adottato un atto amministrativo viziato da disparità di trattamento e da ingiustizia manifesta e perché incongruente con la posizione di chi, al momento della prima assegnazione, aveva già subito un assegnazione diversa dalla propria sede lavorativa».

Gli interventi di Polimeno, Orsini, Tarantino e Perrone hanno evidenziato che  l’atto in argomento ha confermato in alcune strutture i coordinatori presenti (sempre gli stessi ormai da anni) prevedendo la mobilità per altri che erano stati da poco designati in quelle strutture ed avevano ottenuto importanti risultati in termini di qualità del servizio ed armonizzazione dei rapporti tra colleghi.

Insomma, davanti ad un’assemblea sindacale partecipatissima, è stato chiesto all’Amministratore Unico di SanitaService il perché di quella che viene avvertita a tutti gli effetti dai lavoratori come una disparità di trattamento.

«Una nuova assegnazione dei coordinatori di servizio – dicono all’unisono i sindacalisti – determinerà, a parer dei lavoratori, un ritorno allo status quo molto pericoloso e non più accettato dagli stessi».

Il fatto che Luigino Sergio, assumendosi la piena responsabilità del provvedimento, sia fermamente convinto nel volerlo attuare dal 1 marzo 2020 non ha smosso i lavoratori che, nel mentre proclamano lo stato d’agitazione, chiedono invece l’entrata in vigore della determina riveduta e corretta a partire dal prossimo 1 giugno.

Ma su quel ‘riveduta e corretta’ probabilmente si giocherà tutto il braccio di ferro. Nel frattempo viene chiamato in causa il direttore generale dell’Asl Rodolfo Rollo chiamato a smussare un contrasto che oggi è parso abbastanza radicato.