Nardò, scoperto un abitato fortificato di età messapica in località “Schiavoni”


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I primi scavi, partiti lo scorso marzo su di un pianoro a metà strada fra Nardò e Torre Lapillo, avevano restituito quello che, agli addetti ai lavori, era parso subito quanto rimaneva di un antichissimo insediamento messapico.

Ora, a distanza di sette mesi da quei ritrovamenti in località “Schiavoni”, i lavori di recupero condotti sotto la direzione della Professoressa Giovanna Cera dell’Università del Salento e in concessione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, hanno riportato alla luce un intero abitato fortificato che si allunga per ben 650 metri su un’estensione totale di tre ettari.

L’assetto difensivo del sito è oltremodo confermato dallo spessore delle mura che lo circondano e dalla sua particolare locazione, arretrata rispetto la costa e posta su un promontorio dal quale è possibile controllare l’intera area circostante.

Diversi i reperti recuperati che ricondurrebbero una presenza umana costante sin dall’Età del Ferro passando, poi, per il periodo ellenistico e classico.

Accanto alla cittadella, inoltre, è stata rinvenuta anche una necropoli di cui alcune tombe risultano fortemente danneggiate da manomissioni e scavi clandestini che ne hanno compromesso la possibilità ricomporne l’aspetto originale.

Ad ogni modo, le attività di indagine sono solo ad un primo step e la prossima campagna di scavi, prevista già per il 2018, contribuirà certamente a comprendere non solo le reali dimensioni geo-morfologiche di tale scoperta ma anche gli eventuali ritorni in termini culturali, di immagine, turismo e fruibilità, di cui il territorio e il Salento in generale potranno beneficiare.