Illegittima la clausola di stagionalità per il mantenimento delle strutture balneari, la decisione del Tar


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Accogliendo le tesi sostenute in giudizio dagli avvocati Angelo Vantaggiato, Pier Luigi Portaluri e Giorgio Portaluri per conto di uno stabilimento balneare di Porto Cesareo, la prima sezione del Tar Lecce (Presidente Antonio Pasca, Estensore Ettore Manca) ha annullato la prescrizione di smontaggio al termine della stagione estiva, cioè il 31 ottobre di ogni anno, imposta dalla Soprintendenza nei titoli paesaggistici ed edilizi rilasciati allo stesso stabilimento.

I fatti

Nel 2016 la struttura aveva chiesto all’amministrazione di poter svolgere la propria attività durante l’intero anno e non solo durante l’estate. L’amministrazione aveva però negato la possibilità di mantenere montati gli impianti durante l’inverno, senza indicare le ragioni per le quali in quel periodo dell’anno i manufatti danneggerebbero il contesto ambientale.

La decisione dei giudici

Il Tribunale Amministrativo Regionale ha quindi stabilito l’illegittimità della prescrizione di smontaggio al termine della stagione estiva, richiamando anche un recente orientamento del Consiglio di Stato.

Secondo il Giudice salentino, le leggi regionali sul demanio e il piano paesaggistico regionale (il p.p.t.r.) consentono il mantenimento delle strutture balneari per tutto l’anno: per questa ragione, l’autorità amministrativa non può negarlo senza spiegare in modo preciso le ragioni per le quali durante i mesi invernali i manufatti comporterebbero un danno maggiore e non sostenibile al paesaggio e all’ambiente. In quel periodo, infatti, vi è un ridotto numero di presenze sulla costa: profilo – oltre alla natura amovibile dei manufatti – che dev’esser tenuto in debita considerazione dall’amministrazione.

Il Tar ha fatto qui riferimento a una consulenza dell’Agenzia regionale per l’ambiente, secondo la quale anche le operazioni di montaggio e smontaggio delle strutture balneari recano un notevole danno al contesto ambientale.

Insomma, ad avviso del Tar, più che il profilo della stagionalità delle strutture – aspetto definito “neutrale” dal Giudice – l’amministrazione avrebbe dovuto valutare il rapporto “costi/benefici” ambientali degli interventi periodici di smontaggio e rimontaggio.

Esprimono soddisfazione i legali poiché la pronuncia del Tar non solo chiarisce le ragioni normative poste alla base della possibilità di mantenere montate per l’intero anno le strutture balneari, ma pone in evidenza anche le conseguenze dannose delle prescrizioni di stagionalità dei manufatti.

Inoltre, la destagionalizzazione delle strutture balneari – voluta da non pochi imprenditori del settore – passa necessariamente attraverso la chiarezza del quadro delle regole: in questa direzione è fondamentale la funzione svolta dal diritto giurisprudenziale del Tar.