Si reclutano ‘Pugliesi di nascita o di cuore’ per salvare gli ulivi


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A leggere il lungo post pubblicato sulla fanpage «Terroni di Pino Aprile» sembra di essere davanti alla bozza di un film, alla prima stesura di un libro appena nato, ma che già promette bene. Il titolo «Si arruolano pugliesi (e non) per salvare gli ulivi» rimanda ad un ‘casting’ per ricercare i protagonisti o le semplici comparse di una storia che, come nei migliori copioni, si concluderà con il lieto fine. Ed invece, quando le parole finiscono, quando hai letto tutto d’un fiato quanto scritto, t’accorgi improvvisamente che il lieto fine non c’è. Non in un prossimo futuro almeno. Perché la Xylella fastidiosa, il batterio con il nome da ‘simpaticone’ e la forza di un assassino,  ha condannato a morte migliaia di ulivi nel Salento. Non si contano nemmeno più gli alberi infetti, anzi malati perché rende più l’idea di quello che sta accadendo nelle campagne strette tra  lo ionio e l’adriatico. E con gli alberi rischiano di morire decine di aziende agricole, piccole e grandi.

Non c’è cura. E nemmeno la certezza che di  Xylella, o solo di Xylella, si tratti. L’unica cosa sotto gli occhi di tutti è il CoDiRo (Complesso di Disseccamento Rapido dell’Olivo). Le chiome rigogliose, le sfumature di verde e i riflessi color argento hanno lasciato il posto ai rami secchi, alle foglie color marrone.   

L’ultimo colpo di grazia è arrivato dall’Unione Europea: bisogna abbattere tutti gli olivi del Salento colpiti dal batterio killer della Xylella, perché anche se è la soluzione più «dolorosa» per gli agricoltori è anche quella «più efficace». Un diktat che non lascia molto margine di interpretazione. E allora cosa fare? Sventolare bandiera bianca, arrendersi e prepararsi psicologicamente a vedere il paesaggio salentino deturpato, violentato? Che ne sarà dell’identità di una terra che ha fatto di questi alberi millenari il suo punto di forza?

È qui che subentra Pino Aprile, autore della fortunata serie di libri dedicati ai «Terroni» che insieme ad Albano ha deciso di chiamare a raccolta tutti, ma proprio tutti, per salvare gli ulivi pugliesi da quell’eradicazione non più soltanto paventata.

Inizia così il dialogo contenuto nel post che strappa quasi un sorriso. Poi invece l’argomento si fa serio. Improvvisamente serio.

«Saremo le guardie del corpo dei nostri straordinari ulivi, guai a chi li tocca, guai a chi li vuole sradicare», il messaggio è chiaro, insomma. E come spesso accade in questi casi, l’idea di coinvolgere, attraverso i social network, gli artisti salentini e pugliesi, ma anche la gente comune che ha a cuore queste piante sacre, non poteva rimanere inascoltata a lungo. In poche ore alla chiamata hanno già riposto in tanti, sono più di 13mila le adesioni.

Le prime due «guardie del corpo» ad essere convocate sono state il cantante dei Sud Sound System, Nandu Popu, ed il salentino Giuliano Sangiorgi, dei Negramaro. Ma non è da escludere che risponderanno all’appello anche Emma Marrone, Alessandra Amoroso, Ennio Capasa ed altri artisti pugliesi innamorati dei patriarchi grigio-argento. 

Nandu, Giuliano, ci siete? Pugliesi di nascita, di cuore o solo per desiderio, ci siete? Bisogna arrivare a 120 milioni. In fretta.