Poche cose sono certe quando si parla di Xylella fastidiosa, un nome che il Salento e l’Europa intera ha imparato a conoscere suo malgrado. Uno: il batterio killer che ha condannato a morte centinaia e centinaia di ulivi, tra cui alcuni alberi secolari, continua la sua inarrestabile avanzata e da Sud, dove ha fatto terra bruciata nelle campagne senza alcun criterio apparentemente logico, si sta spostando verso Nord, mettendo a repentaglio la provincia di Bari, altrettanto traboccante di ulivi millenari. Due: nessuno sembra aver trovato una ‘soluzione’ per combattere quello che, a ragione, è stato definito un vero e proprio “flagello” mentre il paesaggio che aveva conquistato l’occhio attento dei turisti, è stato sfigurato, deturpato. Ultimo ed è forse il punto più importante, gli agricoltori brancolano nel buio. Piegati dal patogeno da quarantena, gli olivicoltori attendono il via libera per poter rimpiazzare le piante malate o addirittura morte, con altre e nuove varietà resistenti alla Xylella.
Insomma, i contadini si sono sentiti e continuano a sentirsi abbandonati dalle istituzioni che non devono e non possono dimenticarsi degli olivicoltori, di chi ha perso un patrimonio, di chi ormai non trae più reddito a causa del batterio della Xylella fastidiosa che ha falcidiato migliaia di piante e ha cambiato radicalmente il volto del paesaggio.
Per questo, Agrinsieme Puglia – il coordinamento delle organizzazioni agricole CIA – Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative del settore agroalimentare (Legacoop, Confcooperative, Agri) e Copagri – già impegnata ai progetti di ricerca scientifica messi in campo per cercare di combattere i batterio o quanto meno impedirne la diffusione ha organizzato una mobilitazione ai piedi di via Capruzzi. In mano, una serie di richieste messe nero su bianco dopo aver ascoltato il territorio, da sottoporre al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’assessore alla risorse agroalimentari, Leonardo di Gioia e al presidente del consiglio regionale, Mario Loizzo.
Idee precise quelle di Agrinsieme che vanno dalla “protezione” degli ulivi monumentali con azioni di sostegno per monitorare l’eventuale patogenicità, prevedendo specifici interventi anche con la collocazione di reti antinsetto alla dichiarazione perenne dello stato di calamità naturale con conseguenti sgravi fiscali previdenziali. Senza dimenticare ovviamente le risorse da destinare agli agricoltori per implementare le buone pratiche, gli indennizzi per le perdite subite dai proprietari delle piante estirpate che sono stati costretti a sobbarcarsi le spese di eradicazione oltre alla perdita delle piante.
Proprio in questo momento, una delegazione sta incontrando il consiglio. Successivamente sarà il turno del governatore Emiliano.
‘Siamo tutti seccati’, l’agricoltura salentina in protesta. Le richieste di Agrinsieme alla Regione
Una delegazione di Agrinsieme ha incontrato il consiglio regionale e il presidente, Michele Emiliano per discutere di alcune proposte e idee messe nero su bianco dopo aver ascoltato il territorio.