Sistemi di cura e Cure del sistema. La storia dell’Imid in una serata evento


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L’energia del megaliti del Salento, nell’omaggio che i musicisti Giampiero Perrone e Giuseppe Patera hanno voluto tributare con il brano dal titolo Lithos, ha aperto una serata di cultura e di confronto sui temi della salute e del benessere.
 
L’altra sera nel multisala Massimo di Lecce, di fronte a più di 500 persone, è andato in scena lo spettacolo “Guarire Casomai” ispirato al libro di Mauro Minelli e Angela Perucca, intitolato “Un sistema che non sa guarire. Risanare la sanità”.
 
Un’occasione per riprendere un percorso tracciato negli anni di attività del centro Imid e che oggi punta a rivoluzionare la sensibilità sociale su un argomento che riguarda tutti.
 
La conduzione della serata è stata affidata a Marco Renna e Mari Tota che hanno stimolato il dibattito con i protagonisti, tra i quali la coautrice del libro Angela Perucca, docente emerito di Pedagogia generale nell’Università del Salento, Alfredo Tursi, ex direttore della scuola di specializzazione in Allergologia e immunologia clinica dell’Università di Bari e l’on. Mimmo Amalfitano, già sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione.
 
Tra le testimonianze più significative quella del prof. Calogero Di Carlo, in rappresentanza dell’Università Pegaso, partner dell’iniziativa.
 
Al centro della serata la proiezione del film del salentino Maurizio Madaro “sistemi di cura e Cure del sistema”, dal quale emerge con forza il bisogno di una medicina più consapevole, capace di mettere al centro la persona, la cura dell’individuo e non dell’organo, il percorso di Imid, sostenuto e avvalorato dalla testimonianza autentica ed emozionante di pazienti, manager della sanità, politici e operatori della comunicazione. Subito dopo un breve dibattito con l’ex direttore della Asl di Lecce Valdo Mellone, con il medico Mauro Minelli e il regista Maurizio Madaro.
 
Il flauto di Silvia Boccadamo, le percussioni di Diego Gira, il contrabasso di Michele Colaci, la fisarmonica di Giuseppe Patera e il sax di Giampiero Perrone, direttore dell’orchestra, hanno chiuso la serata.