Gli italiani dopo quasi 60 giorni di lockdown hanno riconquistato pezzi di “normalità”. Il Paese sembra essersi rimesso in moto, anche se a passi lenti e a «distanza di sicurezza». L’unico veto della fase uno rimasto ancora in piedi è il divieto di spostamento tra regioni, salvo – come ormai noto – per motivi di salute, lavoro o necessità. O per tornare a casa, dalla famiglia. Niente viaggi in Italia, quindi. Almeno fino al 3 giugno quando il Governo darà ufficialmente il via libera. Porte aperte a tutti, nessuno escluso. Senza “passaporto sanitario” di cui tanto si è discusso e senza portare in tasca l’autocertificazione.
Il disco verde alla riapertura dei confini è arrivato dopo gli ultimi monitoraggi dell’Istituto Superiore della Sanità. Il dato da tenere sotto controllo in questa fase di convivenza con il Virus, un nemico invisibile che non è ancora stato sconfitto, è l’indice di contagio. Il tanto citato «RT» – l’indice di trasmissibilità nel tempo (che insieme ad altri 21 indicator può dare un quadro chiaro dell’andamento dell’epidemia. Una fotografia dell’emergenza utile per ‘orientare’ le scelte) è cambiato poco nell’ultima settimana. Al momento, in tutte le regioni è sotto quota uno. Tranne il Molise, ma non preoccupa come ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza:
«Quando il numero di casi è molto piccolo alcune regioni possono avere temporaneamente un Rt maggiore di 1 a causa di piccoli focolai locali che finiscono per incidere sul totale regionale, senza che questo – afferma – rappresenti un elemento preoccupante».
Indici Rt
Abruzzo 0,67, Basilicata 0, Calabria 0,13, Campania in fase di definizione, Emilia Romagna 0,55, Friuli Venezia Giulia 0,9, Lazio 0,74, Liguria 0,58, Lombardia 0,75, Marche 0,55, Molise 2,2, Piemonte 0,5, Bolzano 0,57, Trento 0,88, Puglia 0,62, Sardegna 0,51, Sicilia 0,75, Toscana 0,59, Umbria 0,94, Val d’Aosta 0,8, Veneto 0,65.
Il rischio è basso, ma questo non significa che bisogna abbassare la guardia. Semplicemente che bisogna ingranare la marcia, soprattutto per quei settori come il turismo che hanno bisogno di “viaggiatori”. Tant’è che in discussione c’è anche la riapertura dei confini italiani agli altri paesi europei, senza obbligo di quarantena come previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 maggio.
Non resta che aspettare l’ok definitivo che, ovviamente, dovrà tenere in considerazione la curva epidemiologica.