Sprar, il Comune di Lecce in prima fila nell’accoglienza ai rifugiati


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Un progetto di solidarietà che cerca di dare accoglienza a rifugiati ed immigrati richiedenti asilo politico, ma si pone l’obiettivo di offrire prima di tutto un sostegno umano e psicologico e, solo in seconda battuta, quello prettamente materiale (vitto e alloggio che comunque vengono assicurati). È partito sotto questo auspicio, già dagli ultimi giorni di aprile, il piano Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che vede Lecce, insieme a tante altre città italiane, impegnate in quest’opera di vicinanza nei confronti di popolazioni meno fortunate.

Un’idea nata ed ideata dal Ministero dell’Interno che ha affidato e delegato l’Anci a scegliere, tra i vari Comuni italiani che avevano fatto richiesta ai fondi stanziati dallo Stato, quelli che avevano i requisiti giusti e necessari. Lecce è stata scelta tra questi ed il comune del capoluogo salentino, insieme ad un’Associazione temporanea di imprese tra Integra Onlus (soggetto capofila) e Raggio di Sole, si sta occupando di 39 soggetti beneficiari del progetto, provenienti da 11 paesi diversi, che per sei mesi riceveranno assistenza sanitaria e formazione professionale. Faranno corsi di italiano e percorsi formativi di inserimento al mondo del lavoro e, se riusciranno ad integrarsi alla perfezione, potrebbero prolungare la loro permanenza nel nostro Paese.

Un’accoglienza integrata che ha la finalità di scegliere piccoli nuclei in piccoli centri ed inserire queste persone in un progetto ben delineato. Il numero di rifugiati da ospitare varia a seconda della grandezza e della densità della città interessata. I rifugiati sono ospitati in alcuni appartamenti e vengono suddivisi in ulteriori altri piccoli gruppetti. Una soluzione che evita l’ammassamento e l’emarginazione che questa gente può subire quando viene trasferita per intero in capannoni o enormi case in cui decine e decine di loro non hanno spazio nemmeno per respirare. In questo modo si cerca anche di generare economia a catena. Una ruota che gira e parte dall’affitto che viene pagato ai privati che si occupano di affittare gli appartamenti e arriva fino alla spesa per il loro sostentamento.

I contenuti, le finalità ed i destinatari del progetto sono stati illustrati durante la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Palazzo Carafa e a cui hanno partecipato l’assessore ai Servizi Sociali, Carmen Tessitore; il vicepresidente di “Integra Onlus”, Pasquale De Santis; l’Amministratore unico di “Raggio di Sole” Rossella Vaglio e Don Attilio Mesagne che da anni è a fianco di chi soffre.

Il vice sindaco del capoluogo salentino, Carmen Tessitore è intervenuta in conferenza, dicendo: “La cosa che tengo a sottolineare sono le finalità del progetto. Non si tratta solo di vitto e alloggio, ma soprattutto di un’accoglienza psicologica e morale, un vero e proprio abbraccio fraterno, una comprensione necessaria di cui ha bisogno questa gente che lascia tutto per chiedere asilo in un altro Paese del quale non conosce nessuno. Ci ispiriamo ai principi della Casa della Carità di Don Attilio Mesagne e sappiamo che dietro ad un bisogno così forte c’è una mortificazione di fondo. Per questo è importantissimo l’ascolto. C’è solo un piccolo rammarico in tutto ciò. L’europa non ci riconosce come Paese, e quindi, Regione di frontiera e non ci offre il suo sostentamento economico. Sarebbe un riconoscimento importante per quello che facciamo, ma noi andiamo avanti in ugual misura”.