E’ di queste ore la sentenza del TAR di Lecce che, accogliendo il ricorso della CCC-Igeco avverso il provvedimento dell’ANAS che dava esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato aggiudicando i lavori al raggruppamento Matarrese-Coedisal, scrive un nuovo tassello della vicenda infinita del raddoppio della Statale 275.
Commentando la decisione del TAR, gli Avv.ti Pietro e Luigi Quinto, difensori del raggruppamento Matarrese-Coedisal, rilevano che era ampiamente prevedibile la decisione di merito del TAR di Lecce, in linea con la sentenza del 2013 dello stesso Giudice, che respinse il ricorso non rilevando le “macroscopiche illegittimità” del provvedimento di aggiudicazione in favore del raggruppamento CCC-IGECO, poi accertate dal Consiglio di Stato.
È stato scritto soltanto nel mese di marzo scorso l’ultimo capitolo della storia controversa dell’opera da 228 milioni di euro, che garantirebbe l’ampliamento della statale che collega Maglie a Leuca: in quell’occasione, dopo che l’Anas tardava a decidere se continuare con la CCC e risarcire l’ATI Palumbo-Matarrese, oppure assegnare l’appalto al gruppo Matarrese–Palumbo, risultato da gara quarto classificato, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato nel mese di luglio 2014 che dichiarava illegittima l’aggiudicazione dei lavori alla Ccc, i lavori vennero affidati al consorzio di imprese Palumbo-Matarrese.
Con la sentenza di oggi, il TAR di Lecce ha negato la validità della decisione del Consiglio di Stato, “disconoscendo – scrivono gli avvocati Quinto – una formale statuizione contenuta nella decisione dei Giudici di Palazzo Spada che, dopo aver rilevato la illegittimità sotto molteplici profili dell’aggiudicazione e la nullità del contratto, aveva espressamente demandato all’Amministrazione la valutazione in ordine opportunità di intervenire in autotutela sul procedimento di gara, alla luce della “macroscopicità” delle illegittimità rilevate, stante il divieto per il Giudice, ma non per l’Amministrazione, di incidere sul contratto già stipulato in materia di infrastrutture strategiche”.
Il TAR ha dato conferma, così, alle tesi già svolte nel 2013, ribadite nell’ordinanza cautelare del 9 maggio 2015, “pervenendo – spiegano ancora i legali – ad un esito contraddittorio perché, per un verso, ha accolto il ricorso del raggruppamento CCC-IGECO avverso il provvedimento di annullamento dell’aggiudicazione, per altro verso, ha dichiarato la propria incompetenza ad incidere sulla risoluzione del contratto dichiarata da ANAS”.
Un nuovo stop ai lavori, in soldoni, dato che ad oggi, “l’unica cosa certa è che il raggruppamento CCC-IGECO non può eseguire i lavori essendo stato risolto il contratto stipulato con ANAS. Per le stesse ragioni non può neppure essere approvata la progettazione esecutiva”.
Un nuovo stallo, quindi, ed ora palla torna al Consiglio di Stato.