S.S. 275, respinte le richieste di Prosal. Confermata in Appello la sentenza di primo grado

I Giudici hanno così dato ragione al Consorzio Asi, difeso dall’Avvocato Pietro Quinto sulla controversia promossa dall’azienda progettista dell’opera

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Mentre si procede con l’affidamento dell’appalto per la Strada Statale 275, è giunta la decisione su una controversia promossa dalla società Prosal, progettista dell’opera nella procedura di gara poi annullata da Anas.

La Corte d’Appello di Roma, ha confermato la sentenza del Tribunale capitolino rigettando in toto la domanda della società Prosal. I Giudici hanno così dato ragione al Consorzio Asi difeso dall’Avvocato Pietro Quinto, che aveva sollevato due questioni entrambe accolte dalla Corte d’Appello: innanzitutto la progettazione di Prosal non aveva raggiunto lo scopo e ciò per le inadeguatezze e le inadempienze che l’avevano caratterizzata così come puntualmente rilevate dall’Anac; per altro verso, nessuna obbligazione era maturata a carico del Consorzio Asi, in quanto il rapporto economico-finanziario era sostanzialmente tra la Società di progettazione e Anas.

L’Avvocato Pietro Quinto

Era l’Azienda Strade che, approvato il progetto, avrebbe dovuto trasferire le somme al Consorzio e questi le avrebbe poi rigirate a Prosal. Ma tutto ciò presupponeva la idoneità della progettazione.

È  invece accaduto che Anas  non trasferì le somme al Consorzio Asi proprio per le inadeguatezze progettuali, sicchè non venne a maturare quella condizione dalla quale dipendeva il credito di Prosal.

Particolare soddisfazione è stata espressa dal legale leccese che ha seguito l’intera vicenda e non solo quella riguardante il contenzioso tra Prosal e Asi, ma anche le lunghe battaglie a partire dalla gara di appalto e all’accordo per la variante al tracciato. “Ben 18 giudizi – precisa Quinto-  hanno sin’ora contraddistinto la vicenda dell’ammodernamento della SS 275, ma quello deciso dalla Corte d’Appello di Roma ha una indubbia rilevanza. Le richieste complessive di Prosal – spiega – ammontavano a circa 10 milioni di euro. Il Consorzio Asi, nel corso di questi lunghi anni, ha sempre e solo fatto da tramite tra i Progettisti e Anas che era non solo l’Ente che approvava e faceva suo il progetto ma era anche il soggetto finanziatore.

La Corte d’Appello di Roma –ha concluso Pietro Quinto – ha concordato sulla completa estraneità del Consorzio da me difeso rispetto alle richieste della Società di progettazione evidenziando comunque che, stante le inadempienze e le carenze progettuali, questa non poteva avanzare alcuna pretesa economica”.



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