TAP, otto sindaci chiedono la riapertura delle indagini. E la multinazionale deve aprire i documenti a un cittadino


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Una formale richiesta di riapertura delle indagini relative all’iter che ha portato alla autorizzazione del gasdotto TAP in Salento. È questo che otto sindaci della provincia di Lecce hanno chiesto alla Procura salentina alla luce di “nuovi elementi” emersi negli ultimi mesi.

Contestati alcuni punti dell’iter burocratico

I primi cittadini di Melendugno, Vernole, Castrì, Calimera, Lizzanello, Martano, Zollino e Corigliano d’Otranto, così, sperano di riaprire l’inchiesta dopo l’archiviazione decisa dall’allora Procuratore Generale Cataldo Motta.

Questa volta, nella missiva intestata al Leonardo Leone De Castris, gli otto sindaci hanno deciso di ripercorrere l’iter burocratico del progetto TAP, a partire dalla Valutazione d’Impatto Ambientale rilasciata dal Ministero dell’Ambiente. Negli atti depositati in Proura si ipotizzano dei vizi sullo “spacchettamento” del progetto, oltre a una VAS incompleta in merito all’allaccio. Non solo: viene contestata anche una presunta dichiarazione falsa riguardo i lavori insistenti nel cantiere di San Basilio.

Il TAR Lazio ordina l’accesso agli atti ambientali

Una nuova offensiva, insomma, contro Trans Adriatic Pipeline, che sul fronte amministrativo deve incassare anche una condanna di accesso agli atti decisa dal TAR del Lazio. I giudici amministrativi, infatti, hanno accolto il ricorso di un cittadino di Melendugno disponendo che il Ministero dell’Ambiente rilasci copia delle serie storiche delle tabelle mensili riepilogative dello stato di ottemperanza alle prescrizioni ante-operam da parte della società.

La documentazione, adesso, per legge, dovrà essere fornita entro 30 giorni. Si tratta di un accesso agli atti inizialmente negato a giugno: nel dispositivo della sentenza, il TAR capitolino hanno spiegato che le serie storiche delle tabelle “vanno intese come informazione ambientale, rientrando tra le fattispecie delineate nell’art.2 del decreto legislativo n.195 del 2005, in quanto rappresentative di misure e attività di impatto sull’ambiente”.