‘Terùn, il gelato si chiede al bancone!’: 47enne di Trepuzzi offeso in un bar torinese

Anziché chiedere il gelato al bancone del bar, un 47enne di Trepuzzi ha aperto prima il frigo – ‘servendosi da solo’, come spesso bonariamente accade nei bar salentini – per poi andare a pagare alla casa. Rimproverato dal titolare e chiamato ‘Terrone’.

Forse, un po’ più di tolleranza non avrebbe fatto male nel caso che ci si appresta a raccontare. Per carità, riprendere qualcuno e spiegargli che la sua azione risulti contro le regole del posto è assolutamente giusto; anzi, quasi doveroso; ma esistono pure modi meno scorbutici e offensivi per farlo. Ad un 47enne originario di Trepuzzi, infatti, è stato dato del “Terrone” all’interno di un Bar torinese. Il motivo? Anziché chiedere la consumazione al banconista dell’esercizio commerciale, la persona di origini salentine ha preso – servendosi da solo – un gelato dal frigo Bar per poi recarsi alla cassa e pagare. Una consuetudine, questa, molto usata nei locali del ‘Tacco d’Italia’. Non certo una cattiveria, però. Né tantomeno da considerare alla stregua di un affronto nei confronti della città ospitante. Semplicemente, si fa così. E se in quel determinato locale di Torino l’azione è vietata va bene lo stesso, basta precisarlo in modo che la prossima volta non accada più.

Qui, invece, i rimproveri nei confronti del malcapitato 47enne sarebbero stati abbastanza pesanti. Terùn”, gli avrebbe urlato contro il titolare. La vittima della parola – che alcuni, con ogni probabilità, non comprendono quanto possa far male alla gente del Sud – ha comunque cercato di chiarire il malinteso, spiegando che è stata l’abitudine ad averlo portato ad agire. Senza malizia, ma in maniera del tutto naturale. E dunque, ecco comparire quel termine che definire denigrante sarebbe poco. Le anime concitate dei due, alla fine, sono state calmate dagli altri clienti.

Vero è che a volte si può cadere, senza volerlo, in un gesto poco gradito. Considerato, magari, troppo “invadente” da parte degli amici del Nord Italia. E ci sta anche venire redarguiti, perché – lo ripetiamo – è giustissimo adeguarsi agli usi ed ai costumi di chi, spesso, offre ai giovani del Mezzogiorno delle opportunità (soprattutto occupazionali) che nella loro terra d’origine possono vedere solo “col binocolo”.

Ma per favore, “Terrone” è più che doloroso. È un colpo al cuore. Una questione di pazienza e umanità più che una “Questione Meridionale”. 



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