Test di medicina, a Lecce monta la protesta per alcune presunte irregolarità


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Si è svolto il 3 settembre il test di ammissione alla facoltà di medicina che ogni anno vede tanti giovani alle prese con una dura selezione. I famosi test di ingresso per il benedetto o maledetto numero chiuso, su cui durante la pandemia tanto si è parlato, vista la carenza di camici bianchi.

Per l’edizione 2020, causa Covid-19, le prove di ammissione si sono svolte in maniera leggermente diversa: i candidati, infatti, hanno affrontato il test per la prima volta anche a Lecce, punto di riferimento per i giovani aspiranti medici del territorio. Il capoluogo barocco ha ospitato, presso la sede di Leccefiere, la prova di ammissione al corso di laurea, ma per alcuni ragazzi non tutto è andato come si aspettavano.

Il racconto a Leccenews24

A raggiungere la redazione, nella giornata di ieri, la telefonata di uno dei partecipanti che racconta di alcune presunte irregolarità nello svolgimento della prova di ingresso. Parla a nome di circa 20 partecipanti ai test, che come lui, si stanno organizzando per fare ricorso. Per l’occasione, il “Palafiere” di Piazza Palio era stato organizzato in settori, per dividere i circa 1500 iscritti al test.

La protesta

Il test doveva durare 100 minuti per rispondere a 60 domande, ma non è stato così per tutti, stando al racconto di questo gruppo di candidati. Mentre i ragazzi si sistemavano, infatti, in uno dei settori è successo qualcosa di imprevisto. I candidati seduti nelle file anteriori hanno potuto cominciare la prova mentre i loro compagni delle file in fondo non avevano ancora ricevuto il plico con il test e la scheda anagrafica da compilare.

Si sarebbe trattato di un ritardo di poco meno di 10 minuti che poi la commissione avrebbe promesso di far recuperare ai ragazzi delle ultime file alla fine del test. Ma così non è stato, spiegano i ragazzi: alla fine del test, infatti, nessun tempo supplementare è stato concesso per chi ha avuto la ‘sfortuna’ di essersi seduto negli ultimi banchi. Anzi, continuano i genitori che accompagnano i ragazzi nella loro protesta, il rischio è stato anche quello di vedersi annullare la prova proprio perché con la penna in mano oltre il tempo limite valido per tutti.

Usciti da lì, i giovani candidati ‘colpiti’ dal diverso trattamento hanno scambiato i numeri e sono pronti alle azioni legali. Per loro, più che un diverso trattamento saremmo di fronte ad una vera e propria discriminazione che non riescono a digerire.