Qualcosa, nelle intenzioni, si è inceppato se il Salento continua a non considerare “strategico” il gasdotto che “sbucherà” a San Foca per distribuire, ogni anno, 10 miliardi di metri cubi di metano in tutta Europa. Le rassicurazioni della multinazionale svizzera non sono bastate a placare gli animi di chi si oppone alla realizzazione dell’opera: non è servito dire che gli ulivi secolari, momentaneamente espiantati, torneranno al loro posto una volta conclusi i lavori, né che il paesaggio non sarà modificato, né è bastato sbandierare la spiaggia di Cala Graciò, a Ibiza, come esempio per smentire i timori di conseguenze negative sul turismo che, ogni estate, anima la marina di Melendugno. Forte delle autorizzazioni concesse, delle sentenze dei vari “organi” contemplati, finora tutte a favore, Tap continua i lavori nel cantiere di San Basilio con il placet del Governo che non ha mai nascosto di far parte della schiera dei “sostenitori”.
Dal canto loro, gli “oppositori” non si arrendono e provano a far valere le loro ragioni. Motivi che sono costretti a difendere lontano da San Foca, ormai inaccessibile da quando è stata creata una “zona rossa” con blocchi di cemento, grossi cancelli e filo spinato che sta creando non pochi disagi.
Questa premessa, che riassume in poche parole quello che sta accadendo nelle campagne di Melendugno, serve a far capire l’eco che stanno avendo le dichiarazioni rilasciate dal Governatore Michele Emiliano durante il suo intervento al convegno «Dal carbone a Parigi», che si è tenuto a Caserta. Secondo il Presidente, acqua e gas potrebbero «correre» insieme lungo la tratta Albania-Puglia.
Idea da valutare o provocazione?
L’idea del Presidente della Regione è questa: costruire accanto al gasdotto un tubo per trasportare l’acqua in Salento e risolvere, in questo modo, l’atavica carenza idrica di cui soffre questo territorio. «Anziché prevedere le compensazioni ambientali del ministro De Vincenti (sul tavolo ci sono circa 55 milioni di euro da utilizzare per una serie di progetti da realizzare in Salento, ndr.) perché non realizzare un tubo che corra a fianco a quello del gas e portare l’acqua dall’Albania, che ne ha tanta e ha bisogno di venderla, al Salento, dove ancora prendono l’acqua dai pozzi?– ha proposto Emiliano – Non è anche questa una compensazione ambientale?».
Se la soluzione sembra semplice, il discorso si complica quando si passa dalle parole ai fatti. A sentire Emiliano, “la Regione ci sta già lavorando”, ma le domande sono tante. I problemi sarebbero risolti o si raddoppierebbero? Nel caso di due tubi (di cui uno di dimensioni tali da contenere un liquido) non si parlerebbe più di impatto ambientale, di autorizzazioni, di tutela del territorio e di ambiente deturpato…?