«Con questo atto non si vuole ledere o offendere la comunità cristiana, ma semplicemente riportare la vostra attenzione ad un problema che non va in vacanza e che sta violando la sacralità della nostra terra». Firmato No-Tap. L’atto ‘annunciato’ nero su bianco su un cartello è un grosso tubo della Trasn Adriatic Pipeline appoggiato nella grotta, esattamente davanti allo spazio ancora vuoto destinato a ospitare tra poche ore Gesù bambino. Il presepe preso di mira dai contrari al gasdotto è quello allestito ai piedi del Castello Carlo V.
Questa volta a conquistare i riflettori della cronaca non è il furto del bambinello, come accaduto spesso quando la rappresentazione della Natività era ospitata nell’anfiteatro romano di Piazza Sant’Oronzo. Un’usanza diventata quasi immancabile che si ripresentava ogni anno puntuale, esattamente come il Natale. Per il 2017, la Natività ha cambiato casa, trovando spazio a pochi passi dalla fontana dell’Armonia per rendere lo spettacolo accessibile a tutti, ma anche qui è stata presa di mira da qualcuno contrario al gasdotto che ha pensato che il presepe fosse la cornice più giusta per manifestare il dissenso.
Il cartello e il tubo sono stati prontamente rimossi da un vigile, probabilmente uno degli addetti a sorvegliare l’area. La protesta è continuata sui social, le foto sono rimbalzate di bacheca in bacheca rendendo attuale, anche sotto le feste, la diatriba sulla costruzione del gasdotto che tanti, molti continuano ancora a non ritenere strategico per il territorio.