Mentre a livello nazionale si discute sulla riapertura della caccia al lupo, cresce l’istanza di tutela della specie anche in Salento, dove il lupo rappresenta da sempre un simbolo di civiltà. Il DNA dei leccesi
Il lupo non è solo uno degli animali più belli e intelligenti del pianeta, è anche un simbolo. Per i leccesi è il simbolo per eccellenza, perché rappresenta la città e il suo territorio.
Il lupo sotto l’albero di leccio è lo stemma della città e l’icona amatissima della squadra di calcio, mentre ‘Lupiae‘ era il nome della Lecce romana.
Ce n’è quanto basta insomma per far comprendere a tutti, anche ai più ostinati o ai soliti disfattisti, che il lupo in quanto tale non si tocca. È e deve restare una specie protetta, a prescindere.
Lungi da noi ipotesi o atteggiamenti progressisti o di ambientalismo da naftalina, tutt’altro. La presenza del lupo sul territorio (nel Salento è riapparso dopo più di un secolo) è garanzia di benessere e di salute di questa terra, ripopolata, per curiosi e a volte improbabili meccanismi ancestrali, da animali straordinariamente belli e preziosi come un tesoro inestimabile.
Non vale la logica della tutela di un’economia agricola, il lupo non è nemico dell’allevatore, perché sarebbe come dire che l’allevamento è contro natura. Esistono possibilità di convivenza. Esistono, ma vanno applicate, leggi di tutela e di ristoro dei danni subiti.
Il lupo non è mai cattivo, chi vorrebbe cacciarlo o ucciderlo invece lo è. E su questo punto non c’è da scherzare.