Uccisi due volte nella strage di Orlando, dal killer prima e dai social media manager della strage poi

Domenica ad Orlando si è consumata la più grande strage con armi da fuoco di cui gli USA siano mai stati teatro. Ora, dopo le rivendicazioni e le dichiarazioni scioccanti sui media dell’Isis, assistiamo alla ghettizzazione del lutto. Mercoledì a Lecce una fiaccolata.

Livella impietosa la morte, ce lo diceva già Totò, diventa poi un blob che fagocita qualsiasi pensiero quando passa attraverso i vortici del frenetico rumore social del post-tragedia.

Arriva puntuale la generalizzazione, arriva la fossa comune telematica in cui vengono ammucchiati i morti. Ecco, la stessa massificazione, la stessa carta vetrata sfrega in queste ore sui volti delle vittime di Orlando.

Bollati come ‘vittime gay’ e quindi ghettizzati, ancora una volta, anche da morti. Questa deriva dovuta alla circostanza che la carneficina abbia esaurito i suoi colpi in un Locale Gay .

Le decine di trucidati al Bataclan sono stati uccisi perché fans degli Eagles of Death Metal, questa sarebbe la conclusione a cui approdare stando alle argomentazioni della vox populi del web. Definirle ‘ Vittime di un pazzo’  è allora, forse, più coerente come didascalia.

Vero è che i jihadisti hanno rivendicato l’attentato applaudendo le gesta del killer Omar Mateen: scriveva l’agenzia dell’Isis “Possa Allah accogliere l’eroe che lo ha fatto ed ispirare altri a fare lo stesso” e non finisce qui, Rita Katz-responsabile del sito di monitoraggio in rete delle attività jihadaiste ha definito in un tweet l’attacco come “il miglior regalo per il ramadam.”

Sono dichiarazioni che fanno rabbrividire, che ci fanno sentire umani diversi da loro. Sono parole tanto scellerate da indurci a pensare che ci siano due mondi, il nostro-quello dei buoni- ed il loro-quello dei cattivi. Parole di odio che frantumano anima e mondo, cogliendo nel segno perché il loro obiettivo è proprio quello: dividere.

La razionalità ci impone però di non trascurare una circostanza, a digitare questi sconclusionati inni alla barbarie sono stati i social media manager dell’Isis.  Anche il terrorismo ha il suo reparto marketing e non lo stiamo certo scoprendo noi in questa sede, ne hanno parlato voci autorevoli come quella di Bruno Ballardini, nel libro “ISIS® . Il marketing dell’Apocalisse”.

Il sospetto che stessero lanciando un marchio era già sorto ai più guardando gli spot, a metà tra lo snuff ed il B-movie,  impacchettati  per ‘dichiarare guerra all’occidente’ e messi in rete l’anno scorso. Ricordate  i video delle decapitazioni che alternavano scene di guerra a strazianti roghi di  persone bruciate vive in dissolvenza con gli sproloqui di sanguinari incappucciati?  In quei video e nelle ultime dichiarazioni dell’ufficio stampa islamico troviamo la stessa logica violenta e strisciante di paura a domicilio, da servirsi direttamente sul nostro smartphone: una Scary-App. In poche parole i terroristi 2.0 ad un mondo occidentalizzato rispondono in maniera occidentale, con i social.

Resta il fatto che ancora non vi sono certezze in merito alla motivazione che ha spinto Omar Mateen ad agire, non ci è dato sapere se si sia trattato di un atto terroristico o di un gesto omofobo, l’unica certezza che abbiamo è che definirla “strage di gay scatenata dall’omofobia” vuol dire, anche qualora di omofobia si fosse trattato,  avallare la medesima distinzione adoperata dall’assassino. Scaglionare il dolore che l’intera popolazione globale dovrebbe avvertire e relegarlo al giardino di proprietà di una sola categoria inevitabilmente lo rende un fatto meno partecipato. Sono morte 50 persone e questo è il dramma, il resto è mero gossip.

In lutto dovrebbe essere l’umanità intera e  non solo la comunità LGBT perché se ad essa resterà confinata la tragedia avvenuta si continuerà a nutrire quella differenza supposta ed attaccata dagli estremisti omofobi. Mai come oggi è necessario unirsi in una presa di posizione chiara e ferma scrivendo nella storia un messaggio di coesione: siamo tutti in lutto. 

Possiamo scrivere questo messaggio aderendo alle iniziative organizzate in tutto il Paese  per commemorare le vittime di Orlando. Qui in Salento si è fatta promotrice di una fiaccolata l’associazione LeA- Liberamente e Apertamente . Il corteo si svolgerà domani, mercoledì 15 Giugno, a Lecce e coinvolgerà un gran numero di Associazioni attive sul territorio, si partirà dalle Officine Culturali Ergot alle ore 22 e tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

Non permettiamo che l’ennesimo episodio di sangue individui nella comunità gay un corpo estraneo da ‘catalogare a parte’ . Occidente, Islam e Comunità Gay e, magia, in poche ore il mondo si è spaccato in tre pezzi. Domani sera proviamo a sentirci tutti parte della stessa umanità, tenendo insieme i cocci del mondo che, in questo momento di tristezza profonda, vediamo crollarci intorno.
 
di Armenia Cotardo

 



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