Un libro per l’estate: “Sostiene Pereira” di Tabucchi e il coraggio di vivere.


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“Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate”.

Quando per la prima volta ho sentito (o letto, da qualche parte) il titolo del romanzo di Antonio Tabucchi, ho immaginato un’enorme mano che sosteneva qualcuno (ho pensato ad una donna, in realtà) che rispondeva al nome di Pereira. Ho continuato a pensarlo fino a quando non ho letto il romanzo e ho scoperto che “sostiene Pereira” è la formula fissa attraverso la quale si segue il districarsi della storia del protagonista che, risponde sì al nome di Pereira: ma è un grassoccio giornalista di mezza età, responsabile della pagina culturale del “Lisboa”, “un giornale del pomeriggio, insomma un giornale che non poteva certo competere con gli altri giornali della capitale” e che, in un giorno in cui il termometro, a Lisbona, segna trentotto gradi, si mette a pensare alla morte. Non proprio alla morte ma alla “resurrezione della carne”.

Impossibile non affezionarsi a Pereira che, nell’immaginario collettivo, ha il volto del grande Marcello Mastroianni. A lui, alle sue limonate piene di zucchero bevute nel Cafè Orquìdea, seduto al tavolino più vicino ai ventilatori, alle sue omelette alle erbe aromatiche, al ritratto di sua moglie che da quando era scomparsa “lui viveva come se fosse morto”, con il quale fa grandi conversazioni e che, in tutta risposta, sempre gli sorride “con un sorriso lontano”.

Sullo sfondo storico del regime di Salazar, responsabile dell’”Estado Novo” portoghese, in cui la città sembra “in mano alla polizia” e gli ufficiali dicono ai soldati che “i sovversivi sono sempre in agguato, è bene stare con gli occhi aperti”, Pereira dirige la sua pagina culturale in una squallida stanzetta di Rua Rodrigo de Fonseca che per nulla assomiglia a una redazione, con le orecchie piene del rumore del “ventilatore asmatico” e le narici del puzzo di fritto causato dagli esperimenti culinari della portiera. In quella stanzetta, Pereira traduce in lingua portoghese racconti dell’Ottocento francese da pubblicare a puntate e si dedica a una curiosa rubrica dal titolo “Ricorrenze” che tanto ha a che fare con quella sua ossessione della morte che ha, si sa, da quando è morta sua moglie. E da quando è morta sua moglie, la sua vita è abitudinaria, un po’ monotona, forse, ed è un po’ solo. Poi conosce Monteiro Rossi, giovane laureato in filosofia con una tesi sulla morte, e Marta, la fidanzata di Monteiro Rossi, bellissima ragazza dai capelli color rame. In un torrido agosto in cui Pereira di giorno lavora e di notte sogna di Coimbra e di sua moglie e della sua vita felice, la conoscenza di questi due lo scuote. Non se ne rende conto da subito ma lo spirito di ribellione si insinua in lui molle e silenzioso fino ad esplodere di pari passo con l’esplosione del colpo di scena.

“Sostiene Pereira” è un romanzo sul coraggio. Sul coraggio di aprire bocca, sul coraggio di sognare, di cambiare e di provare. “Sostiene Pereira” è un romanzo sul coraggio di vivere.