Un “ponte” per la libertà. 25 aprile, la Resistenza e i valori della responsabilità civile oggi

Un ponte a Genova ricorda il sacrificio di Ludovico Patrizi, carabiniere originario di Cursi, primo salentino ucciso in nome del più grande dei valori: la libertà

Quello che per molti è semplicemente “il ponte del 25 aprile” è una ricorrenza importante per l’Italia e per l’Europa intera e non può assolutamente essere ignorata e dimenticata.

Non va fatto, però, un puro esercizio della memoria. Fondamentale, infatti, che anche le “generazioni del tablet” riscoprano i grandi valori e i messaggi più che attuali di quel 25 aprile del 1945, definito come “lo spartiacque nella Storia del Novecento”.

Dalla Liberazione d’Italia nasce la nostra Costituzione. I valori dell’unità nazionale, della libertà, della giustizia sociale e della pace sanciti nella Costituzione sono quei  valori universali a cui nessuno si può e si deve sottrarre.

Un ponte per la libertà

A Genova un ponte vero, che congiunge le due rive del torrente Polcevera, porta il nome di “Ludovico Patrizi” in ricordo del sacrificio di un carabiniere nato a Cursi e morto da eroe per difendere la libertà.

Ludovico Patrizi, medaglia d’argento alla memoria, è il primo caduto d’Italia della Resistenza. Colpito dalla scheggia di una bomba lanciata dal nemico, è caduto a Pontedecimo, Genova, il 9 settembre 1943.

Tante anche le donne tra i salentini uccisi durante la Resistenza italiana. Ne ricordiamo una su tutte nata proprio il 25 aprile, Maria Teresa Sparascio, staffetta partigiana originaria di Tricase, morta a Langhirano nel 1944.

Il libro di Pati Luceri

I partigiani salentini

A raccontare la lotta di liberazione dei salentini è stato, più di altri, il professore Pati Luceri. In “Partigiani e antifascisti in Terra d’Otranto”, Ippazio Luceri, che tutti chiamano Pati, ha raccolto i risultati di una ricerca durata tantissimi anni. Uno studio che ha restituito nomi e volti agli oltre 1281 leccesi, brindisini e tarantini uccisi dai nazisti, in Italia in altre parti d’Europa. Un lavoro raccolto in tre volumi che narra la storia di questa terra e dei suoi figli antifascisti e partigiani.

Un prezzo troppo alto quello pagato da uomini e donne italiani, in nome della libertà.

Ma l’esempio di queste persone non può essere ricordato soltanto nelle occasioni istituzionali. Il loro sacrificio va vissuto nella quotidianità sotto forma di responsabilità civile partecipando alla vita sociale, studiando e informandosi.

Essere liberi oggi non deve significare poter esprimere giudizi sul colore della pelle, sulla religione, sulle idee politiche, sulla cultura degli altri.

Essere liberi oggi significa non essere indifferenti alle ingiustizie e alle prepotenze ed essere capaci di reinventarsi il concetto di Patria allargato all’intero Pianeta nel nome di una sostenibilità ambientale doverosa.