Via Rapolla a Lecce. Un residente «non voglio essere un cittadino di Serie B»

«Via Rapolla non è in aperta campagna, ma è come se lo fosse»: asfalto pieno di buche, tombini con il ferro in bella mostra, marciapiedi inesistenti, erbacce. A descrivere la strada leccese così è un residente.

Non esiste solo il centro storico, ricco di monumenti, chiese e palazzi consegnati come dono dai nostri antenati. Le periferie, quelle zone lontane dal cuore di una città, quei quartieri che sfumano verso le campagne da anni considerati come marginali, sono e devono essere una scommessa urbana. Renzo Piano le ha definite come le «città del futuro», quelle dove si concentra l'energia, quelle dove si vive la vera quotidianità, quelle che lasceremo in eredità ai nostri figli. Ma questo non è solo un pensiero dell’Archistar. Da tempo si parla di riqualificazione, di nuova vita per queste zone a cui si associa spesso un giudizio negativo. Eppure, nonostante i passi da gigante che sono stati fatti in questi ultimi anni, la strada da percorrere nella costruzione della città «ideale» in cui non esiste differenza tra centro e hinterland è ancora lunga. Non sono rari i casi in cui, strade secondarie si trasformino in discariche a cielo aperto. Zone in cui l’incuria prende il sopravvento.

Spesso sono i cittadini, coloro che la città la vivono giorno per giorno, che decidono di prendere carta e penna per denunciare il ‘panorama’ poco idilliaco che si apre ai loro occhi quotidianamente. Così è stato per un leccese che ha voluto descrivere con dovizia di particolari la strada i cui abita, Via Rapolla. «Asfalto pieno di rattoppi e buche, tombini dissestati con il "ferro" in bella mostra, marciapiedi spesso inesistenti, o meglio, non mattonati e/o pieni di erbacce tali da non essere praticabili dai pedoni, immondizia di vario genere (compresi rifiuti speciali, e materassi) seminascosta dalla vegetazione».

«Mi trovo – scrive il leccese– a dover pagare la Tasi, cosa che ho appena fatto, ma vorrei  sottoporre all'attenzione del comune di Lecce qualche foto fatta da me su Via Rapolla, per far comprendere lo scoramento con il quale ho pagato e pagherò questa Tassa sui Servizi al Comune di Lecce. Non mi sento e non voglio essere un cittadino leccese di serie B. È  giusto pagare, anche più delle altre provincie salentine, ma è altrettanto giusto ricevere le stesse attenzioni che altri concittadini, residenti sempre nello stesso comune, ma in zone maggiormente "in vista", ricevono, potendo vivere in un contesto maggiormente decente, perché allo stato attuale, via Rapolla è indecente!».



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