Braccia conserte per quattro ore, anche i vigili del fuoco salentini aderiscono allo sciopero nazionale


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Sono sempre presenti, soprattutto quando si presentano situazioni di calamità o disastri naturali; rischiano la vita ogni volta che rispondono ad una chiamata ad alto rischio, ma i Vigili del Fuoco sono spesso ‘dimenticati’ ogni volta che si spengano i riflettori, fino a quando non arriva il momento in cui alzano la voce per urlare il loro malcontento. Accadrà il 9 dicembre, quando i “caschi gialli” incroceranno le braccia per quattro ore. Questo prevede lo sciopero nazionale a cui prenderanno parte anche i Vigili del Fuoco di Lecce.

Cosa chiedono lo spiega il segretario provinciale Conapo di Lecce, Giancarlo Capoccia: il dovuto riconoscimento per chi rischia la vita e più attenzione da parte del Governo che li elogia e celebra quando sono in prima linea per aiutare e salvare la vita agli altri, ma poi “resta sordo” nel momento in cui avanzano rivendicazioni.

Le richieste

Ulteriori fondi nella legge di bilancio per uguagliare il trattamento retributivo e pensionistico dei Vigili Del Fuoco con quello degli altri Corpi dello Stato, un riordino delle carriere che riconosca le peculiari funzioni del personale in divisa, specialisti compresi e istituisca un ruolo tecnico sul modello della polizia e l’incremento del numero delle assunzioni straordinarie per il 2018 e per gli anni successivi: sono queste le domande avanzate dai “pompieri”.

«Ad oggi – si legge nella nota a firma di Capoccia –  le risorse nella legge di bilancio destinate al rinnovo del Contratto di Lavoro (bloccato da 9 anni), non sono sufficienti per equiparare gli stipendi a quelli della Polizia di Stato che ricordiamo dipende anch’essa dallo stesso Ministero dell’Interno».

«Analogamente – continua il segretario provinciale Conapo di Lecce –  la ripartizione del “Fondo per l’Operatività”, penalizzante per il personale operativo, non consentirà di allineare gli stipendi agli altri Corpi dello Stato, ma vedrà, stando alle tabelle diffuse, aumenti per il personale amministrativo in alcuni casi superiori a quelli di chi indossa la divisa e che rischia la vita»

Anche il riordino delle carriere “scritto male e in fretta” rischia di essere l’ennesima occasione perduta. «Si insiste per la soppressione di qualifiche e il disallineamento con gli altri corpi (per evitare ricorsi), l’ assenza di meritocrazia, la mancata istituzione del ruolo tecnico come in polizia (ove inserire tecnici, informatici e personale operativo con ridotta idoneità). Non si pone la dovuta separazione tra chi rischia la vita e chi sta dietro una scrivania. Si parla ancora di mettere soldi per istituire Dirigenze amministrative mentre vengono disattese anche le aspettative degli specialisti».

Insomma, per i Vigili del Fuoco è giunto il momento di far sentire la propria indignazione e dare un segnale del proprio malessere.