Gravissima denuncia quella di Salute Salento, associazione di volontariato che accende spesso i riflettori su episodi di malasanità, senza dimenticare di citare le eccellenze in quei casi, fortunatamente non rari, in cui a vincere è la professionalità dei medici o l’organizzazione dei reparti.
Il triste quanto doloroso fatto risale al 14 ottobre scorso. A farne le spese un uomo di 75 anni – a detta della famiglia –vittima delle lungaggini e delle complicazioni burocratiche, oltre che delle inefficienze, che ammantano il sistema sanitario nazionale, regionale e anche provinciale.
Tutto è nato da una richiesta di «visita geriatrica urgente che il medico di famiglia aveva prescritto all’anziano signore che aveva scoperto da appena 3 mesi di soffrire del morbo di Alzheimer ed era in cura presso il centro UVA del Poliambulatorio di Lecce».
A quanto raccontano dall’Associazione, le condizioni di lucidità dell’uomo erano improvvisamente degenerate e subito dopo ferragosto il medico di base aveva richiesto la visita domiciliare del geriatra in quanto il paziente non voleva più uscire di casa. Come si legge nel comunicato stampa, invece, sembra proprio che negli uffici della Asl di Piazza Bottazzi, la «U» di Urgente sia misteriosamente sparita tanto è vero che era stata inviata alla famiglia una missiva per avere la richiesta “normale”.
Così, al termine del consueto iter burocratico, il geriatra ha suonato alla porta del paziente, purtroppo, quando l’uomo era deceduto da ben 33 giorni a dimostrazione – come riporta la nota – della «scarsa comunicazione esistente tra medici di famiglia e uffici della Asl. Nessuno ha, infatti, avvisato il dottore che il 75enne era morto. E qui inizia il ping-pong di responsabilità: dalla Asl sostengono che dovevano essere i familiari a disdire la prenotazione. Salute Salento, più semplicemente, pensa che la povera vedova non poteva e non doveva caricarsi anche di questa incombenza poiché, scomparso il compagno di sempre, aveva altro a cui pensare.
Chiamata a spiegare il perché si sia creata questa situazione la dottoressa Giovanna Zaurino, responsabile dello sportello Adt, l’assistenza domiciliare territoriale avrebbe così risposto «Per noi non c’è mai urgenza, Noi mandiamo la visita in settimana e, aggiunge stringendosi nelle spalle, “cosa devo dire… se i familiari vogliono una visita urgente si rivolgono ad uno specialista a pagamento”. Questa è la sanità in Italia. In ogni caso, se il paziente si sente male si chiama il 118».