I bambini, anche quando si trovano in un ospedale, sono i migliori messaggeri di speranza. E stamattina hanno dato il meglio, intonando un canto di gioia per l’arcivescovo di Lecce, venuto a trovarli nel reparto di Oncoematologia Pediatrica del Polo Oncologico “Giovanni Paolo II”. La benedizione, lo scambio di sorrisi, gli auguri di Natale e l’abbraccio con i piccoli pazienti sono stati i momenti più toccanti della visita di Mons. Michele Seccia.
«Mettere più cuore tra le mani», questo il messaggio che il nuovo Pastore ha voluto consegnato al personale dell’Oncologico e dell’Ospedale “Vito Fazzi”, dove poco prima ha celebrato la Santa Messa. «Questa celebrazione – ha detto l’arcivescovo – mi fa fare un salto indietro, agli anni in cui insegnavo etica della professione alla scuola per infermieri. Conosco bene, da docente, prete e da malato che cosa significa la sofferenza e quant’è importante l’umanità nelle professioni sanitarie, che non devono mai diventare un “mestiere”, ma hanno il loro centro nella relazione che bisogna sempre saper instaurare con le persone, attraverso una carezza, un gesto, una parola: è essa stessa la prima e più efficace terapia».
«Per tre volte nella mia vita – ha ricordato – ho avuto bisogno dei medici e oggi sono qui a condividere con tutti voi l’augurio di un buon lavoro». Insomma, l’umanità deve andare sempre a braccetto con la professionalità.
A seguire una breve sosta nello Spazio Benessere del Polo Oncologico, dove mons. Seccia ha potuto rendersi conto dei benefici che anche l’estetica offre ai pazienti oncologici, uomini e donne, aiutando il corpo e l’anima a lenire i segni lasciati dalla patologia.
Ad accompagnare l’arcivescovo durante la visita i cappellani delle due strutture sanitarie, don Gianni Mattia e padre Vincenzo Caretto, il Direttore Generale Asl Lecce, Silvana Melli, il Direttore Amministrativo, Antonio Pastore e il direttore medico del “Fazzi”, Giampiero Frassanito.