Professionalità, eccellenze, ma anche difficoltà quotidiane che rappresentano una vera e propria sfida per garantire, spesso con grandi e silenziosi sacrifici, la salute dei cittadini. Vuole raccontare questo il “viaggio” nella sanità salentina intrapreso dall’OMCeO di Lecce per narrare, in prima persona, quello che accade nelle strutture del territorio.
Tutto parte circa un anno fa, con la campagna #iomicuroinsalento per sottolineare che l’offerta sanitaria del tacco dello stivale può rappresentare una risposta ai pazienti che, spesso, scelgono di curarsi fuori dai confini locali e regionali. Una risposta “adeguata” secondo l’Ordine dei Medici e “aggiornata” ai massimi standard qualitativi nazionali sia in termini tecnologici, che organizzativi. Senza dimenticare l’aspetto professionale.
Prima tappa
Nella prima “tappa” i vertici dell’Ordine dei Medici hanno voluto testimoniare vicinanza, stima e profonda gratitudine al team del reparto di Cardiochirurgia del “Vito Fazzi” di Lecce, diretto dal dottor Giovanni Casali. Un centro che rappresenta motivo di orgoglio e riferimento per tutta la comunità medica e per l’intero territorio salentino e non solo.
L’incontro con la squadra capitanata da Casali ha messo in evidenza una notevole disponibilità tecnologica, che sarà maggiormente razionalizzata con il prossimo trasferimento nel Dipartimento di Emergenza, una organizzazione puntuale e adeguata alle più moderne esigenze, ma soprattutto un grande impegno che si declina nel rispetto delle linee guida accreditate dalle evidenze scientifiche, sia nella selezione dei pazienti, sia nelle tecniche e nelle procedure chirurgiche adottate, spesso innovative e mininvasive, sia nel delicato periodo post-operatorio, allorquando l’intesa con la cardiorianimazione è strettissima e decisiva.
C’era un clima sereno in reparto, così delicato per la fragilità dei pazienti interessati, sia tra i medici e il personale sanitario che tra i malati e i loro familiari. Un’aria che racconta i risultati brillanti che si sono conseguiti e i progetti ancora da realizzare. L’Ordine dei Medici – come si legge nella nota a firma del Presidente Donato De Giorgi – snocciola i numeri dell’attività, che registra un aumento del 73% passando da 289 a 500 interventi di cardiochirurgia maggiore, e la riduzione della mortalità che risulta essere assolutamente allineata alle migliori performances nazionali.
A fronte di un’elevata percentuale di interventi eseguiti in emergenza-urgenza (47%), si registra una mortalità globale dell’1,8% che si riduce poi allo 0,7% negli interventi non urgenti. Colpisce, inoltre, l’adozione delle tecniche chirurgiche più avanzate, come ad esempio l’approccio mininvasivo che è utilizzato nell’84% delle procedure sulle valvole cardiache.
«Tali prestigiose performances rappresentano la migliore risposta a chi – senza riuscirci – vorrebbe creare una frattura nel rapporto fiduciario con i cittadini, ma soprattutto devono essere interpretate non come l’autocompiacersi di un arrivo, ma il punto di partenza di ogni proficuo rapporto di cura, basato su qualità, ascolto, innovazione e servizio».
