‘Vita da marinaio’, al Don Tonino Bello gli studenti incontrano la storia e i valori di Gino Birindelli


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Padre, marinaio, militare, formatore e addestratore, politico, eroe. In una parola Gino Birindelli, un nome che molti non conoscono ma che per tanti altri è simbolo di coraggio, lealtà, amore per la divisa e soprattutto per la patria, quella Patria in nome e per conto della quale andò a combattere per i mari del mondo e fu fatto prigioniero di guerra dalle truppe inglesi nell’eroica ma sfortunata battaglia di Gibilterra nell’ottobre del 1940. Per quell’azione bellica coraggiosa, Birindelli venne decorato della Medaglia d’oro al valor militare, uno dei pochi ad esserlo mentre era in vita.

Di questo grande personaggio italiano si è parlato ieri all’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore ‘Don Tonino Bello’ – ‘Nino Della Notte’ con sedi a Tricase – Alessano – Poggiardo, alla presenza dell’Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, già Capo di Stato Maggiore della Difesa, di Irene Birindelli, figlia dell’eroe italiano, della dirigente scolastica Annalena Manca e del delegato regionale Anmi, l’Associaziona Nazionale dei Marinai d’Italia, Fernando Piccinno.

L’occasione è stata quella della ristampa del libro autobiografico  di Birindelli ‘Vita da marinaio‘, un libro in cui poco si concede all’epica eroica dei combattimenti navali e molto spazio invece si lascia all’importanza delle relazioni e dei rapporti umani in ogni ambito dell’esistenza, compreso quello militare.

Liberato dalla prigionia alla fine del 1943, a Birindelli fu dapprima assegnato il comando del Gruppo Operativo Incursori del Varignano, della 3ª Squadriglia Corvette e della 3ª Squadriglia Torpediniere. Successivamente, promosso Capitano di Vascello nel gennaio 1952, frequentò l’Istituto di Guerra Marittima a Livorno e quindi, dal luglio 1954 ebbe il comando del Comsubin del Varignano e soprattutto dell’incrociatore Montecuccoli, con il quale, dal 1º settembre 1956 al 1º marzo 1957, effettuò una crociera di circumnavigazione che lo portò a toccare 34 porti di quattro continenti, percorrendo complessivamente 33.170 miglia nautiche.

Birindelli, strenuo sostenitore dell’importanza della formazione e della motivazione nell’addestramento militare, fu tra i primi a capire l’importanza dei mezzi di mare leggeri rispetto ai ‘giganti del mare’ ormai fuori tempo rispetto alle nuove conoscenze belliche. Famosa nel 1970 la tirata d’orecchie ai politici italiani, membri della Commissione Difesa, che si erano recati in visita all’Incrociatore Garibaldi nel porto di Cagliari mentre il nostro era Comandante in Capo della Squadra Navale. Nella  conferenza stampa che accompagnò l’evento, Birindelli non dimenticò di ricordare ai politici le condizioni in cui vivevano i militari italiani, anche da un punto di vista economico, cosa che gli attirò più di una inimicizia nelle alte sfere.

Tante le domande all’Ammiraglio Binelli Mantelli, curatore dell’introduzione al libro di Birindelli, da parte degli studenti dell’indirizzo nautico del Don Tonino Bello. Un momento interessante dal punto di vista culturale e soprattutto importante sotto l’aspetto valoriale. Un’occasione di cui certamente gli studenti porteranno un ricordo piacevole.