A oltre metà di mandato, il Magnifico Rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara questa mattina ha aperto ufficialmente il nuovo anno accademico dell’Ateno salentino, l’anno numero 63. Un traguardo importante per una delle realtà civili più importanti del territorio, celebrato anche con la presenza di uno dei giuristi più importanti d’Italia, il giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese.
Sua infatti la lectio magistralis sui diritti e doveri dei cittadini, preceduta dal discorso di rito da parte di Zara. Il Magnifico, accompagnato dalle più alte cariche dell’Unisalento, inclusa quella del dimissionario Direttore Generale Emanuele Fidora, ha parlato a studenti, docenti e personale tutto, tracciando un bilancio di quello che è stato fatto e di quello che ancora ci sarà da fare.
Nel mezzo le incursioni musicali del Coro Polifonico dell’Università diretto dal maestro Luigi De Luca e gli interventi di Maria Eugenia Verdaguer Vice-Presidente della Consulta del Personale Tecnico Amministrativo, Robert D’Alessandro, Presidente del Consiglio degli Studenti, e dello stesso DG Fidora.
“È un onore e un piacere – ha detto in apertura Vincenzo Zara – poter ospitare l’illustre giurista Sabino Cassese. Il suo intervento sui diritti e doveri dei cittadini deve ispirare costantemente il nostro agire dentro e fuori l’Accademia. Un’Accademia che affronta costanti sfide di attrattività, di tecnologia e di rapporti tra le persone”. Per il Magnifico fondamentale è la promozione della multidisciplinarietà. “Ho sempre cercato di promuovere nel nostro Ateneo il dialogo – dice – con l’obiettivo di stimolare nuovi percorsi. Ne sono un esempio i nuovi corsi di laurea attivati, tra cui DAMS, Viticoltura e Manager del Turismo”.
I risultati nel discorso del Rettore
Davanti alle principali autorità civili e religiose del Salento, il prof. Vincenzo Zara prosegue: “quando nel 2013 sono diventato Rettore ho raccolto un’eredità complessa. Non sono mancate le difficoltà, ma oggi possiamo festeggiare il +11% delle immatricolazioni. Un dato che testimonia non solo l’implemento dell’offerta formativa, ma anche una crescita complessiva degli studenti”. Poi i passaggi con i Protocolli d’Intesa siglati con i Comuni di Lecce e Monteroni, l’obiettivo di rendere Lecce Città Universitaria con le aperture dei nuovi plessi nel polo urbano, i nuovi finanziamenti ricevuti (circa 1,4 milioni di euro) per la realizzazione di una Community Library, e l’entrata in vigore del nuovo Statuto.
“Non mancano però le note dolenti: in primis la forte sperequazione nell’individuazione dei Dipartimenti di eccellenza, in massima parte localizzati al Nord. E poi c’è il reclutamento: nel nostro Paese vi è un progressivo disinvestimento nel capitale umano che viene formato. Ma nonostante le difficoltà l’Università del Salento non ha mami abdicato alla sua natura cosmopolita che ne fa un Ateneo sempre pronto all’accoglienza e allo scambio interculturale. I problemi – conclude – non sono pochi, ma vorrei che guardaste tutti ai molti punti di forza del percorso che stiamo compiendo insieme. Sono certo che l’Università del Salento crescerà ancora se continuerà a vivere dell’impiego congiunto di ciascuno di noi”.
La Costituzione per Cassese
Poi la parola all’ospite d’onore della giornata, il giudice costituzionalista Sabino Cassese. Nella sua lectio, il giurista si è soffermato sulla Carta principale della Repubblica Italiana e sul valore della legalità. “Festeggiamo quest’anno il 70esimo anniversario dell’entrata in vigore della nostra Costituzione. Una Carta ispirata, secondo alcuni, dallo spirito della Resistenza, mentre per altri – tra cui Calamandrei – i motivi ispiratori sono stati il testamento di 100mila morti italiani e il pensiero politico civile delle grandi voci lontane di Mazzini e Cavour. Io voglio proporvi una diversa interpretazione: penso che la Costituzione sia stato il precipitato di esperienze non solo italiane, ma anche straniere, tra cui quelle della Rivoluzione francese.
La parola ‘ordinamento’ è quella che ricorre più spesso in molti articoli della Costituzione: un ordinamento che riconosce e garantisce i diritti dei cittadini. I diritti non dipendono dallo Stato, ma sono riconosciuti dalla nascita di ciascuno. Lo Stato deve sono garantirli. I costituenti antifascisti erano stati intelligenti a cogliere anche gli aspetti positivi che lo stesso fascismo aveva prodotto, soprattutto in sede di tutela dei beni culturali. I pilastri della Costituzione allora sono la composizione del Parlamento, l’indipendenza della Magistratura, le democrazie rappresentative nei vari livelli e l’istituzione di guardiani delle leggi nella Corte Costituzionale.
Nella Costituzione, e in questi 70 anni ce ne siamo dimenticati, ci sono tre grandi norme scomparse dal dibattito politico-scientifico. L’art. 4 stabilisce il diritto al lavoro, e ogni cittadino ha il dovere di svolgere un’attività che concorra al progresso della società. L’art. 46, poi, ci dice che i lavoratori hanno in diritto di collaborare nella gestione delle aziende: gli imprenditori devono accettare l’idea che i lavoratori devono collaborare. E infine, l’art. 47, con il quale la Repubblica garantisce l’accesso al risparmio popolare per la proprietà delle grandi aziende nazionali.
Dobbiamo riconoscere allora che la Costituzione guardava molto lontano: ci sono delle promesse che non sono state mantenute. Così come sia evidente realizzare qualche modifica: i Governi sono durati in media poco più di un anno, senza possibilità di realizzare le loro politiche. Il compito di tutti è ridare la speranza che le stelle siano a portata di mano”.